A Seul tutti pazzi per Pinocchio

15 Luglio 2020

Un dettaglio della locandina della mostra My Dear Pinocchio at Hangaram Art Museum, Seul, courtesy Ugo Nespolo

Il mondo ha bisogno di storie in grado di superare il tempo e le frontiere, proprio come Pinocchio: il racconto italiano forse più conosciuto e tradotto al di fuori dei confini nazionali. Dopo essere stato al centro di numerosissime iniziative lo scorso anno – con pubblicazioni, trasposizioni cinematografiche e opere teatrali dedicate a questo grande classico della nostra letteratura –, il mitico burattino ideato da Carlo Collodi nel 1881 vola addirittura nel lontano Oriente. Succede grazie alla mostra My Dear Pinocchio, il progetto espositivo in corso all’Hangaram Art Museum di Seul.

Organizzata in sinergia con l’Istituto Italiano di Cultura della capitale sudcoreana, e aperta fino al prossimo 4 ottobre, la rassegna presenta una ristretta quanto mirata selezione di lavori realizzati nel corso degli ultimi decenni da artisti e illustratori fra i più noti della scena mondiale. Tutti, ovviamente, in omaggio al famoso “pezzo di legno”, ora raffigurato fra le braccia del suo adorato padre Geppetto – come nel caso dell’opera di Ugo Nespolo – ora dipinto attraverso il tratto scomposto di Herve Tullet, che ne esalta il lato malandrino nel disegno The Five Senses.

PINOCCHIO, UN MITO SENZA FINE

Provenienti da collezioni pubbliche e private, le opere si riferiscono a passaggi della storia originale e ad aspetti del carattere del protagonista, reinterpretati secondo tecniche e modalità differenti: dal video all’installazione di oggetti nello spazio, dal disegno alla pittura. Una varietà di stili e di forme che trova il suo apice nei lavori di Maurizio Quarello, Gerald McDermott e Anthony Browne – quest’ultimo matita fra le più apprezzate della letteratura d’infanzia, già vincitore nel 2000 del Premio Hans Christian Andersen.

Una staffetta di lavori che, sebbene non aggiunga nulla di inedito alla nostra interpretazione su questa straordinaria creatura lungamente analizzata, ha comunque il merito di raccontare lo spessore immaginifico e narrativo della favola di Collodi: una storia allo stesso tempo italiana e universale, emblematica come poche altre nel cammino della cultura.

[Immagine in apertura: un dettaglio della locandina della mostra My Dear Pinocchio all’Hangaram Art Museum di Seul. Courtesy Ugo Nespolo]