Ad Aquileia torna a splendere la Domus di Tito Macro

27 Settembre 2020

Domus di Tito Macro - Atrio (I sec d.C.). Ricostruzioni 3D realizzate a cura della Fondazione Aquileia

Si chiude una settimana segnata da importanti novità per l’archeologia italiana. A qualche giorno dall’apertura del nuovo Museo Archeologico di Stabiae, che all’interno della Reggia di Quisisana di Castellammare di Stabia (Napoli) ricostruisce la quotidianità del territorio stabiano prima della drammatica eruzione del Vesuvio del 79 d.C., ha inaugurato il progetto di valorizzazione e ricostruzione degli ambienti della Domus di Tito Macro, ad Aquileia. Dalla Campania si approda dunque in Friuli Venezia Giulia, dove è stato portato a termine l’articolato intervento finalizzato al miglioramento della fruibilità di una delle più vaste dimore di epoca romana tra quelle rinvenute nel Nord Italia.

Risalente al I sec. a.C., e abitata ininterrottamente fino al VI sec. d.C. come testimoniano le varie trasformazioni rilevate, la Domus di Tito Macro costituisce un unicum su scala europea. Occupa infatti una superficie di 1700 metri quadrati, estendendosi per circa 77 metri in lunghezza e 25 in larghezza tra due decumani in uno degli isolati meridionali dell’antica Aquileia, colonia romana a sua volta fondata nel 181 a.C. Dopo le indagini effettuate negli anni Cinquanta del Novecento, è grazie agli scavi svolti nel sito tra il 2009 e il 2015 dal Dipartimento dei Beni Culturali dell’Università degli Studi di Padova ‒ in convenzione con la Fondazione Aquileia e su concessione del MiBACT ‒, che sono emersi sia la complessa planimetria, sia dati relativi al primo proprietario: Tito Macro, appunto, facoltoso abitante di Aquileia.

L’INTERVENTO NELLA DOMUS DI TITO MACRO

Le recenti operazioni, finanziate con sei milioni di euro, perseguono uno degli obiettivi della Fondazione Aquileia, ovvero “rendere ‘parlanti’ i reperti archeologici e le grandi opere d’arte” conservati nel territorio della città, “aiutando la comprensione nel contesto originalissimo di una città che fu punto d’incontro della romanità con il mondo balcanico e con quello nordafricano e mediorientale“, come ha sottolineato l’Ambasciatore Antonio Zanardi Landi, che presiede l’istituzione.

D’ora in poi, su prenotazione, i visitatori potranno accedere ai percorsi che si snodano lungo i resti dell’antica dimora romana, protetta da una moderna copertura in laterizio monocromo. Gli interventi di pulitura, consolidamento, risarcimento di lacune e protezione dei 320 metri quadrati di pavimenti decorati con mosaici assicurano una migliore lettura dell’intero sito, che nel prossimo futuro sarà ulteriormente arricchito. È stato infatti annunciato anche un allestimento multimediale: attraverso l’ausilio delle tecnologie saranno ricostruiti tutti gli ambienti e le pavimentazioni mancanti di questa preziosa struttura.

LA DOMUS DI TITO MACRO AD AQUILEIA

[Immagine in apertura: Interni della Domus di Tito Macro © Gianluca Baronchelli]