Addio a Lea Vergine, teorica della Body art

20 Ottobre 2020


A poche ore di distanza dall’ultimo saluto a Enzo Mari, il mondo dell’arte italiana dice addio a un’altra imprescindibile figura della nostra cultura e dei linguaggi visivi contemporanei. Stiamo parlando di Lea Vergine, moglie dello storico designer, nota per i suoi studi intorno alla nascita e all’evoluzione della Body art.

LEA VERGINE, L’ARTE, IL CORPO E LA DONNA

Scomparsa all’età di 82 anni, Lea Vergine era ritenuta la massima esperta italiana delle pratiche artistiche legate all’utilizzo del corpo come mezzo d’espressione. Esempio ne è il saggio del 1972 Il corpo come linguaggio, opera pionieristica che, per la prima volta nella storia, affronta con metodo l’evoluzione di una prassi che trasforma l’artista stesso in elemento determinante dell’opera.

A quella pubblicazione, centrale per intere generazioni di studiosi e professionisti, seguono negli anni altrettanti successi editoriali, come L’altra metà dell’avanguardia – il volume del 1980 dedicato al ruolo spesso dimenticato delle donne nei fenomeni artistici della prima metà del XX secolo – e L’arte non è faccenda di persone perbene – il testo autobiografico del 2016 scritto in collaborazione con Chiara Gatti.

[Immagine in apertura: Lea Vergine, Ronchi Di Percoto, 22 maggio 2009. Photo by Leonardo Cendamo/Getty Images]