La National Gallery di Londra si prepara alla nuova esposizione dedicata ad Artemisia Gentileschi, la prima mai inaugurata sul territorio britannico. A rendere la rassegna ancora più speciale contribuisce la serie di iniziative digitali pensate in sinergia con Google Arts & Culture.
Non è bastata la società patriarcale e maschilista d’inizio Seicento a impedire ad Artemisia Gentileschi di affermarsi come straordinaria pittrice, e non sarà la pandemia in corso a offuscare lo splendore dei suoi lavori. Dopo varie peripezie e slittamenti causati dall’emergenza sanitaria, la grande mostra dedicata all’artista barocca si prepara ad alzare il sipario presso la National Gallery di Londra, accendendo finalmente i riflettori sulla storia turbolenta (ed esemplare) dell’intrepida pittrice romana.
In apertura il prossimo 3 ottobre, la mostra – dal titolo Artemisia – si presenta come la prima kermesse a lei interamente dedicata sul suolo inglese, raccogliendo decine e decine di capolavori tra dipinti iconici, disegni, schizzi e lettere private provenienti dalle più importanti istituzioni museali del globo (gran parte delle quali italiane).
Curata da Letizia Treves, la rassegna sarà articolata in varie sezioni, scandite in maniera cronologica e destinate all’analisi di episodi biografici e tematiche ricorrenti all’interno della ricerca della pittrice. Su tutti il periodo dell’apprendistato a Roma, dove imparò a dipingere sotto l’egida del padre Orazio, il soggiorno fiorentino che ne consacrò la fama e l’efferato stupro subito dal pittore Agostino Tassi – evento traumatico che influenzerà non poco la ricerca di Artemisia.
Ne sono un esempio lampante il celeberrimo Giuditta che decapita Oloferne – presente in mostra nelle due versioni provenienti dal Museo e Real Bosco di Capodimonte e dagli Uffizi di Firenze – e Giuditta con la sua ancella – in prestito dal Detroit Institute of Arts. E poi ancora l’Autoritratto come Santa Caterina d’Alessandria (acquisito dalla National Gallery nel 2018) e l’iconico Maria Maddalena in estasi. In ognuna delle opere – visibili fino al prossimo 24 gennaio – temi biblici, figure auliche e simboli dell’iconografia popolare si mescolano con passione, lucentezza e carica emotiva, facendo emergere in maniera eloquente la storia e il carattere di donne fiere e volitive, capaci di superare ogni limite sociale affermandosi autonomamente come artefici del proprio destino.
A rendere l’evento ancora più eccezionale sarà, infine, l’esclusiva partnership avviata tra l’istituzione londinese e Google Arts & Culture. La nota piattaforma digitale ospiterà infatti, per tutto il periodo della rassegna, una selezione di opere ad altissima risoluzione, da ammirare in maniera dettagliata grazie a una serie di video e contenuti speciali.
Pensato per concedere ai visitatori di tutto il mondo l’opportunità di osservare le opere anche a distanza, tenendo conto della difficoltà a viaggiare in un momento così delicato, il progetto di Google pone in particolare l’accento su quattordici capolavori digitalizzati, dedicando una speciale sezione del sito allo straordinario soffitto della Marlborough House di Londra – dipinto da Artemisia durante il suo soggiorno londinese insieme al padre Orazio.
Completano la serie di contenuti multimediali i tre video della musicista FKA Twigs realizzati in esclusiva per Art Zoom – l’iniziativa di Google che offre agli utenti “pillole” di storia dell’arte coinvolgendo le star più note della musica pop ed elettronica internazionale. La cantautrice e ballerina britannica è qui protagonista di tre “lezioni” interattive dedicate ad altrettanti dipinti della Gentileschi. Un modo per avvicinare il mito senza tempo dell’artista alle nuove generazioni, evidenziando l’importanza e l’attualità del suo messaggio per le donne di oggi e di domani.
[Immagine in apertura: Artemisia Gentileschi, Maddalena in estasi (Private European collection). Photo Dominique Provost]