A Ragusa la street art è protagonista, con le opere realizzate negli ambienti dell'ex fabbrica Antonino Ancione. Dismesso da tempo, e per anni inutilizzato, lo stabilimento è diventato un “contenitore” di arte urbana. Tra "le voci" del progetto anche Greg Jager, autore di una serie di interventi ispirati al paesaggio circostante.
Qualche giorno fa vi avevamo parlato di Bitume, il nuovo progetto site specific pensato per dare nuova vita a un’enorme fabbrica dismessa del territorio ragusano. Curata da FestiWall – il festival di arte pubblica che in cinque edizioni ha arricchito il capoluogo ibleo di oltre trenta lavori fra murales e installazioni –, l’iniziativa consiste in una serie di opere di arte urbana sparse nelle aree dell’ex stabilimento per la produzione di materiale bituminoso Antonino Ancione. Il risultato è un “arcipelago” di interventi di grandi dimensioni, coloratissimi e dinamici, pensati per interrogarsi sui limiti dell’architettura e sulla sua obsolescenza.
Tra le opere realizzate per l’occasione spiccano i grandi dipinti astratti di Greg Jager, protagonista di una residenza che ha visto l’artista (classe 1982) impegnato in una serie di lavori su parete creati in ambienti diversi dell’area industriale.
Composto da interventi effimeri, multidisciplinari e spesso collocati in zone inaccessibili al pubblico, l’intero progetto – dal titolo Dismantle – trova piena sintesi nel maestoso wall painting che dà il nome all’intero corpo di opere. Largo quindici metri e alto cinque, il muro è caratterizzato da una serie di colori e geometrie ispirati agli elementi architettonici presenti nello stabilimento. In questo modo il paesaggio industriale si riflette sulla superficie delimitata della parete, divenendo pretesto per una rinnovata riflessione sul tema dell’antropizzazione del territorio.
[Immagine in apertura: l’opera di Greg Jager a Ragusa. Photo Marcello Bocchieri]