La casa editrice Contrasto ha pubblicato un volume fotografico dedicato all'emergenza climatica. All'interno del libro – stampato in maniera totalmente ecosostenibile –, duecento immagini di grandi autori accompagnate dai commenti degli studenti dell'Università di Padova.
C’è qualcosa che ci sfugge quando parliamo di inquinamento ambientale. Come se il nostro cervello operasse sulla base di sistematiche deviazioni dalla razionalità, quando affrontiamo il tema della possibile estinzione del nostro pianeta qualcosa ci impedisce di coglierne la gravità.
Le ragioni di questa incapacità di lettura sono diverse, subdole e difficili da analizzare in maniera pragmatica. Eppure possono essere riassunte in pochi punti, a partire dal fatto che il cambiamento climatico non è rappresentabile come un unico fenomeno dipendente da una sola variante, ma come un meccanismo che coinvolgi livelli plurimi: un effetto domino devastante, insomma, la cui portata sfugge – proprio a causa delle sue dimensioni – alla nostra capacità di comprensione. Natura, società, economia. Migrazioni, pandemie, sanità. La posta in palio quando si parla di crisi ambientale non consente alcuna semplicistica riduzione, e questo nuovo libro prova a dimostrarlo con immagini e parole difficilmente più eloquenti.
Pubblicato dalla casa editrice Contrasto, Planet Book è un volume di oltre 400 pagine, pensato per fornire una visione lucida e distesa sui danni che l’uomo sta infliggendo al pianeta. Ideato e curato da Telmo Pievani – evoluzionista, divulgatore scientifico e docente universitario –, il libro raccoglie una selezione di duecento fotografie d’autore, disposte all’interno di quattro capitoli, ognuno dei quali relativo ai quattro elementi della nostra vita: acqua, aria, fuoco e terra. L’obiettivo è proprio quello di accompagnare “per mano” il lettore fra le ripercussioni delle nostre attività nocive all’interno dei vari “comparti” del pianeta, offrendo dati, fatti, evidenze per capire razionalmente che cosa sta accadendo.
Immagini tristemente spettacolari come quelle di Sebastião Salgado, Frans Lanting e Paolo Pellegrin – dedicate a discariche, allevamenti intensivi, ghiacciai in estinzione e devastanti incendi forestali – si affiancano ai testi degli studenti dell’Università di Padova, chiamati a commentare le singole fotografie indicando – in maniera tutt’altro che idealistica o sfuggente – i problemi, le cause del degrado ambientale ma soprattutto le possibili soluzioni a questo scempio.
Già, le soluzioni. Perché come ha scritto lo stesso Pievani nella presentazione del libro: “La speranza che ci ha guidati nella realizzazione di ‘Planet Book’ è che la potenza rivelatrice di queste fotografie, ciascuna delle quali è un’interpretazione della complessa transizione in corso, unita agli sguardi delle ragazze e dei ragazzi del XXI secolo, possa fare una piccola ma significativa differenza nelle menti aperte di tutti noi”.
C’è ancora tempo (poco, pochissimo!) per dare un nuovo valore all’aggettivo “sapiens” che ci siamo affibbiati da soli. È venuto il momento di percepire quell’aggettivo come un’ambizione. “Dobbiamo meritarcelo e le nuove generazioni dei nativi climatici si sono già messe in cammino”.
Un Boeing 747 Air France mentre atterra al Juliana International Airport di Simpson Bay, isola di Sain Martin, Mar dei Caraibi, 2003 © Ludovic Aubert : Eyevine
Un canguro che scappa davanti a una casa in fiamme nella cittadina di Lake Conjola, Australia, 2019 © Matthew Abbott : The New York Times
L’allevamento di pollame della Seara Foods vicino Sidrolandia, stato del Mato Grosso do Sul, Brasile, 2013 © George Steinmetz
Un agricoltore che tenta di scacciare uno sciame di locuste del deserto dalle sue coltivazioni di qât nei pressi di Giggiga, Etiopia, 2020 © Reuters : Giulia Paravicini
La centrale solare termodinamica di Ouarzazate, la più grande al mondo, Marocco, 2016 © Xinhua : Eyevine
Il primo giorno di lockdown sulla Rive Droite durante l’epidemia di Covid-19, Parigi, Francia, 2020 © Antoine d’Agata : Magnum Photos
Un uomo sulla “Porta dell’Inferno”, o “Darvaza”, un cratere di origine artificiale nel Deserto del Karakum, Turkmenistan, 2008 © Thomas Linkel : Laif
Un’immagine aerea del ritrovamento di una ghost net, Great Pacific Garbage Patch, Oceano Pacifico, 2019 © Alex Bellini
Una tartaruga Caretta caretta intrappolata in una rete da pesca abbandonata alla deriva, Mar Mediterraneo, 2010 © Jordi Chias : Nature Picture Library
[Immagine in apertura: Una tartaruga Caretta caretta intrappolata in una rete da pesca abbandonata alla deriva, Mar Mediterraneo, 2010 © Jordi Chias : Nature Picture Library]