A cinque anni dalla scomparsa di Umberto Eco, si è concluso l'iter di acquisizione dell'enorme biblioteca dello studioso da parte del MiBACT. Il patrimonio sarà affidato all'Università di Bologna e alla Biblioteca Nazionale Braidense di Milano.
Per un uomo di cultura, che ha dedicato la sua intera attività intellettuale alla diffusione e alla condivisione delle conoscenze, forse non potrebbe esserci destino più logico: l’intera biblioteca di Umberto Eco sarà messa a disposizione di tutti, studenti e studiosi. A sancirlo è l’accordo recentemente raggiunto tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, e gli eredi dello studioso di Alessandria. Un accordo di grande valore scientifico e affettivo, giunto a cinque anni di distanza dalla scomparsa del semiologo e autore de Il nome della rosa.
Avviato nel 2018, l’iter di acquisizione e donazione si è concluso ufficialmente con la registrazione del provvedimento da parte della Corte dei Conti, sancendo il passaggio di proprietà dell’immenso patrimonio librario nelle mani dello Stato italiano.
La biblioteca comprende più sezioni, rispettivamente affidate all’Alma Mater Studiorum di Bologna (dove Eco insegnò semiotica generale dal 1975 fino alla morte) e alla Biblioteca Nazionale Braidense del capoluogo lombardo.
Nello specifico, all’università bolognese saranno destinati in comodato d’uso per novant’anni circa 30mila volumi della biblioteca moderna e dell’archivio, mentre la sezione di libri antichi – composta da circa 1.200 tomi e denominata Bibliotheca semiologica curiosa, lunatica, magica et pneumatica – sarà custodita alla Braidense. Lo Stato, dal canto suo, garantirà la valorizzazione del patrimonio: grazie a un comitato scientifico formato da cinque membri, si occuperà di stabilire le modalità di conservazione del tesoro librario, anche al fine di garantirne l’unitarietà della consultazione digitale.
[Immagine in apertura: Photo by Tom Hermans on Unsplash]