La biblioteca di Umberto Eco diventa patrimonio dello Stato

2 Febbraio 2021

Photo by Tom Hermans on Unsplash

Per un uomo di cultura, che ha dedicato la sua intera attività intellettuale alla diffusione e alla condivisione delle conoscenze, forse non potrebbe esserci destino più logico: l’intera biblioteca di Umberto Eco sarà messa a disposizione di tutti, studenti e studiosi. A sancirlo è l’accordo recentemente raggiunto tra il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo, e gli eredi dello studioso di Alessandria. Un accordo di grande valore scientifico e affettivo, giunto a cinque anni di distanza dalla scomparsa del semiologo e autore de Il nome della rosa.

Avviato nel 2018, l’iter di acquisizione e donazione si è concluso ufficialmente con la registrazione del provvedimento da parte della Corte dei Conti, sancendo il passaggio di proprietà dell’immenso patrimonio librario nelle mani dello Stato italiano.

UMBERTO ECO IERI E OGGI

La biblioteca comprende più sezioni, rispettivamente affidate all’Alma Mater Studiorum di Bologna (dove Eco insegnò semiotica generale dal 1975 fino alla morte) e alla Biblioteca Nazionale Braidense del capoluogo lombardo.

Nello specifico, all’università bolognese saranno destinati in comodato d’uso per novant’anni circa 30mila volumi della biblioteca moderna e dell’archivio, mentre la sezione di libri antichi – composta da circa 1.200 tomi e denominata Bibliotheca semiologica curiosa, lunatica, magica et pneumatica – sarà custodita alla Braidense. Lo Stato, dal canto suo, garantirà la valorizzazione del patrimonio: grazie a un comitato scientifico formato da cinque membri, si occuperà di stabilire le modalità di conservazione del tesoro librario, anche al fine di garantirne l’unitarietà della consultazione digitale.

[Immagine in apertura: Photo by Tom Hermans on Unsplash]