Gli inconfondibili ritratti di Modigliani rappresentano una parte indiscutibilmente rilevante della sua produzione artistica. Omaggiato nel 2020, a cento anni dalla scomparsa, l'artista originario di Livorno sarà presto protagonista di una mostra alla Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di Traversetolo, in provincia di Parma.
L’anno che si è da poco concluso è stato denso di anniversari artistici, in parte messi in ombra dall’emergenza sanitaria che, come noto, ha comportato la radicale rimodulazione di decine di progetti culturali ed espositivi. Associato nell’immaginario collettivo all’idea dell’autore costantemente in bilico tra inquietudine e passionalità, Amedeo Modigliani ha a lungo incarnato il llimitante stereotipo dell’artista maledetto.
Ampiamente rivalutato da pubblico e critica in seguito alla tragica morte, sopraggiunta prematuramente a causa della tubercolosi il 24 gennaio 1920, poco più di un secolo fa, nel corso del 2020 è stato raccontato da varie mostre, che date le circostanze hanno assunto anche a carattere interattivo o digitale, da un docu-film e, non da ultimo, da una speciale emissione filatelica e da nuovi progetti di ricerca. Anche quest’anno l’interesse verso la sua figura non accenna a diminuire: lo conferma l’annuncio dell’imminente apertura di una nuova esposizione a lui dedicata. A ospitarla, a partire dal 27 marzo, sarà la Fondazione Magnani-Rocca di Mamiano di Traversetolo, in provincia di Parma.
Fino al 4 luglio 2021, nella sede parmense sarà possibile ammirare sei opere di Modigliani provenienti dal Musée de Grenoble, eccezionalmente poste a dialogo con importanti esempi pittorici della scuola senese, di Paul Cézanne e con una maschera africana. La mostra, infatti, intende rappresentare l’occasione per indagare l’origine del peculiare linguaggio artistico dell’autore livornese, che grazie alla capacità di analizzare e restituire con eleganza ed essenzialità la figura umana è stato artefici di risultati di indiscusso rilievo.
Pittore, ma anche abile disegnatore, come la mostra parmense metterà in evidenza, Modigliani ha esaminato a lungo l’essenzialità stilistica della tradizione trecentesca e quattrocentesca senese, dimostrando parallelamente interesse per l’arte africana e per la produzione di Cézanne. Premesse che lo hanno condotto a sviluppare una concezione assolutamente originale del ritratto, come ricorderanno ai visitatori della mostra l’olio su tela Femme au col blanc, raffigurante Lunia Czechowska, moglie del suo amico e mecenate Léopold Zborowski, e cinque disegni a matita in cui vengono riprodotti altrettanti personaggi attivi negli anni Dieci a Parigi. Un modo, quest’ultimo, per ricordare anche il legame con la sua città d’adozione, che fu fonte di incontri, scambi ed esperienze.
[Immagine in apertura: Amedeo Modigliani, Femme au col blanc, 1917. Olio su tela. Dettaglio]