A Mantova il 2021 è all’insegna di Venere

21 Febbraio 2021

Giulio Romano e allievi, Venere allo specchio e Amore. Volta del Camerino di Venere, 1527. Affresco, Mantova, Palazzo Te. Foto Gian Maria Pontiroli © Fondazione Palazzo Te

Nonostante il clima di incertezza dettato dall’andamento della pandemia e dalle intermittenti chiusure regionali, i musei italiani non si danno per vinti, elaborando palinsesti espositivi ricchi di novità e di appuntamenti da segnare in agenda. Ne è un esempio il calendario presentato da Palazzo Te, a Mantova, che, a partire dal 21 marzo e per tutto l’arco dell’anno appena iniziato, ospiterà il capitolo conclusivo di una riflessione sul femminile avviata nel 2018.

Dopo le mostre Tiziano/Gerhard Richter. Il Cielo sulla Terra e Giulio Romano: Arte e Desiderio, la sede mantovana accoglierà un tris di rassegne nell’ambito del progetto Venere divina. Armonia sulla terra, prodotto e organizzato da Fondazione Palazzo Te
e Museo Civico di Palazzo Te. Come anticipato dal titolo, il fil rouge è la dea universalmente associata all’idea di amore e di rinascita, sentimento e auspicio oggi quanto mai necessari.

VENERE IN MOSTRA A MANTOVA

A inaugurare il lungo programma espositivo, che valorizza il patrimonio della sede mantovana anche attraverso il dialogo con numerose istituzioni internazionali, sarà, il 21 marzo, la mostra Il mito di Venere a Palazzo Te: un focus sulle 25 raffigurazioni della dea, tra stucchi e affreschi, custodite dall’edificio, alle quali si aggiungono la scultura Venere velata della collezione del Comune di Mantova, e l’arazzo Venere nel giardino con putti, realizzato da maestranze fiamminghe e recentemente tornato in città.

Dal 22 giugno al 5 settembre, invece, farà tappa a Mantova uno dei capolavori di Tiziano, Venere che benda Amore, conservato presso la Galleria Borghese di Roma, emblema della rappresentazione cinquecentesca della divinità. La mostra conclusiva, al via il 12 settembre, intitolata Venere. Natura, ombra e bellezza, farà chiarezza sulle origini e la creazione del mito di Venere, nonché sulla sua diffusione nelle corti europee. “Un’esposizione” ‒  come ha dichiarato Stefano Baia Curioni, direttore della Fondazione Palazzo Te ‒ “con prestiti internazionali e opere di grande significato, che sorprende mostrando la compresenza di luci e ombre, del fulgore e del furore, nella stessa figura divina“.

[Immagine in apertura: Giulio Romano e allievi, Venere allo specchio e Amore. Volta del Camerino di Venere, 1527. Affresco, Mantova, Palazzo Te. Foto: Gian Maria Pontiroli © Fondazione Palazzo Te]