Uffizi diffusi, il progetto di espansione per il polo museale fiorentino

7 Febbraio 2021


Nel futuro della Galleria degli Uffizi di Firenze, fiore all’occhiello del complesso museale diretto dal 2015 dallo storico dell’arte Eike Schmidt, non ci sono solo l’ultimazione dei lavori di riallestimento in corso nell’edificio progettato da Giorgio Vasari e la realizzazione della cosiddetta Loggia Isozaki, recentemente inclusa nel Piano Strategico di investimenti del MiBACT “Grandi Progetti Beni Culturali”.

Da alcuni mesi sta infatti iniziando a prendere forma il piano ribattezzato Uffizi diffusi, che sembra recepire e fare propri gli insegnamenti via via emersi dall’esperienza pandemica. Fra gli scenari che potrebbero delinearsi al termine dell’emergenza sanitaria, tanto in ambito museale quanto in quello turistico, rientrerebbe il rilancio dell’idea di decentramento, in un’ottica di maggiore diffusione dei flussi di visita oltre i luoghi considerati maggiormente attrattivi e a più alta densità culturale.

LE PRIME IPOTESI DEL PIANO UFFIZI DIFFUSI

Il progetto, al quale il direttore Schmidt ha accennato nel corso di alcune dichiarazioni alla stampa e, più di recente, in forma ufficiale durante un’audizione alla Commissione Cultura del consiglio regionale della Toscana, implicherebbe l’apertura di “almeno 60, ma anche 100 sedi” degli Uffizi oltre la città di Firenze. Una proposta che accoglie e rimodula nel territorio toscano il concetto di possibile evoluzione dell’ormai consolidata modalità di fruizione dei grandi musei: fin qui hanno dovuto fare i conti con numeri di visitatori giornalieri da capogiro, che potrebbero essere difficilmente replicabili (e gestibili) nel contesto post-pandemico.

L’avvio del progetto potrebbe essere imminente e Schmidt si augura di poterlo presentare già entro il prossimo trimestre, così da indicare le prime aperture. A essere esposte nelle sedi diffuse degli Uffizi sarebbero le opere d’arte attualmente conservate in deposito. Si tratta di un patrimonio inestimabile di dipinti, sculture, disegni e altri lavori dal quale potrebbero scaturire inedite connessioni con il territorio toscano, capaci di accrescerne la conoscenza storica e sostenerne il rilancio in vista della sperata ripartenza.

SI PARTE CON LA VILLA MEDICEA AMBROGIANA?

In attesa dei dettagli dell’operazione, è stato reso intanto noto che centinaia di opere potrebbero essere spostate dagli Uffizi alla Villa medicea Ambrogiana di Montelupo Fiorentino, uno dei comuni della Città metropolitana di Firenze. In questo caso, si tratterebbe di un “ritorno a casa”, ha spiegato il direttore, “perché proprio lì erano accolte nel Seicento“. Per la storica dimora, eretta su impulso di Ferdinando I de’ Medici alla fine del XVI secolo, in seguito all’acquisto di una tenuta di proprietà della famiglia Ambrogi alla quale deve il proprio nome, starebbe dunque per aprirsi una fase del tutto nuova.

Si prospetta infatti il suo restauro architettonico, sviluppato “in collaborazione con gli enti dello Stato” come indicato da Schmidt, per ripristinarne l’antico splendore. Nel corso dei secoli, infatti, il complesso dell’Ambrogiana ha subito alcune modifiche, necessarie per accogliere le diverse funzioni che si sono susseguite. La villa ha ospitato un manicomio e, nel corso del XX secolo, è stata sede di un ospedale psichiatrico giudiziario rimasto in attività fino a pochi anni fa. Per sapere se il suo futuro sarà davvero all’insegna della “rinascita artistica”, non resta che attendere i prossimi mesi…

[Immagine in apertura: Galleria degli Uffizi, Firenze. Photo by Matt Twyman on Unsplash]