L’algoritmo che permette di leggere lettere antiche senza aprirle

3 Marzo 2021

Computer-generated unfolding sequence of sealed letter DB-1538. Courtesy of the Unlocking History Research Group archive.

Le nuove tecnologie possono essere uno strumento incredibile per aiutarci a interpretare il passato. Dopo avervi parlato dell’applicazione che fa rivivere (in maniera digitale) i nostri avi, trasformando le vecchie fotografie in immagini in movimento, una nuova scoperta sta scaldando i cuori di storici, nostalgici e appassionati di arte antica.

Un team di studiosi e ricercatori del MIT – Massachusetts Institute of Technology ha infatti annunciato l’elaborazione di un complesso sistema di decrittazione di lettere antiche: epistole e fogli scritti a mano in epoche passate, finalmente scrutabili senza il rischio di comprometterne l’esistenza.

LA NUOVA RICERCA DEL MIT

Guidata da Jana Dambrogio, la ricerca – che ha coinvolto in totale undici professionisti – è stata portata avanti nell’ambito del progetto internazionale Letterlocking – Unlocking History, e consiste nell’elaborazione di un sistema di algoritmi capace di leggere in maniera non invasiva missive sigillate, rimaste chiuse per secoli e mai prima d’ora rese accessibili all’occhio umano, anche a causa della peculiare tecnica di chiusura delle lettere, ripiegate a comporre la loro stessa busta.

Pubblicato sulla rivista Nature Communications, lo studio ha preso in particolare in esame una serie di campioni provenienti dalla Brienne Collection – lo straordinario archivio di lettere postali collezionate nel 17esimo secolo da Simon e Marie de Brienne. Le lettere – gran parte delle quali in latino, francese e italiano – sono state collezionate tra la fine del Seicento e i primi anni del Settecento, fino a raccogliere oltre 2600 missive spedite in tutta Europa (circa seicento delle quali mai aperte).

I RISULTATI DELLA RICERCA

Svolto in partnership con gli esperti del King’s College e della Queen Mary University di Londra, pionieri nel campo della microtomografia computerizzata ai raggi X, lo studio consente di vedere all’interno del foglio di carta contenuto nella busta, senza la necessità di estrarlo dall’involucro. Come? Attraverso l’utilizzo di uno speciale scanner in grado di rivelare e ricostruire le tracce di inchiostro presenti sulla carta.

Ma non solo: grazie all’intelligenza artificiale, lo scanner è infatti capace di percepire le varie tipologie di piegatura del foglio, decrittando i testi nascosti fra le pieghe (oltre che la tipologia di piegatura, differente a seconda del contenuto). Così è stato, ad esempio, per la prima lettera passata sotto la lente d’ingrandimento: un’epistola datata 31 luglio 1697 e inviata dal commerciante francese Jacques Sennacques a suo cugino Pierre Le Pers. Una scoperta notevole, che consentirà agli studiosi di tutto il mondo di accedere a tantissimi altri documenti storici fino a ora nascosti all’occhio umano.

[Immagine in apertura: Computer-generated unfolding sequence of sealed letter DB-1538. Courtesy of the Unlocking History Research Group archive]