A pochi mesi dall'uscita del primo volume, il fumettista francese Néjib torna in libreria con un nuovo capitolo della serie “Swan”: un appassionante feuilleton dedicato alle avventure di una giovane artista nella Parigi di fine Ottocento. Un cocktail di ideali femministi, fiction e verità storiche sulla nascita dell'arte moderna.
Ricordate le avventure di Swan Manderley, la protagonista del nuovo graphic novel di Néjib? Ne avevamo parlato in occasione dell’uscita del primo volume qualche mese fa. Pubblicato a due anni di distanza dall’entusiasmante Stupor Mundi (già Premio Micheluzzi nel 2018), il libro era un omaggio alla caparbietà e all’intraprendenza della giovane ragazza, salpata dall’America con un sogno: diventare una pittrice affermata nella Parigi di fine Ottocento.
Partita da New York insieme a suo fratello Scottie, Swan approda nella capitale francese accompagnata dal cugino Edgar Degas. Tra gli studi e le gallerie, la giovane incontra Ingres, Manet e tutti i maggiori protagonisti di un nuovo rivoluzionario movimento: l’Impressionismo. La protagonista ne rimane folgorata, al punto da adottare un espediente radicale, persino oltraggioso per quel tempo: tagliandosi i capelli e indossando abiti maschili, la signorina Manderley riesce a essere ammessa alla prestigiosa Scuola nazionale di Belle Arti. Una strategia che sembra funzionare, ma fino a quando sarà possibile nascondere l’inganno ai colleghi dell’accademia?
Pubblicato anche in questa occasione da Coconino Press, il secondo volume della serie – dal titolo Swan: Il chitarrista spagnolo (nell’immagine in apertura un dettaglio della copertina) – dà un seguito alle avventure della ragazza, ormai protagonista nell’humus artistico della Parigi di fine Ottocento.
Celebrata dai docenti dell’accademia per le sue abilità, Swan è però soffocata dai sospetti e dalle invidie dei suoi compagni, gelosi dei traguardi raggiunti dalla nuova arrivata. Le vicende legate all’affermazione tribolata della giovane artista si intrecciano a quelle esistenziali del fratello Scottie e degli altri pittori che pullulano nella Villa Lumière di quegli anni: da Degas a Manet, da Monet a Pissarro. Una storia di passione ed emancipazione femminile, confezionata dal disegno grazioso e pungente del fumettista francese.