In risposta alla chiusura dei musei causata dalla pandemia, il pittore francese Olivier Masmonteil invita artisti, fondazioni e gallerie a prestare un'opera d'arte, destinandola alle abitazioni private. Un'iniziativa pensata in attesa della riapertura dei luoghi di cultura.
Nonostante la pandemia abbia messo alle corde musei e luoghi di cultura di tutto il mondo, il bisogno di arte è rimasto invariato per ognuno di noi. È così che, un po’ com’era già successo in Inghilterra in occasione della mostra diffusa Great Big Art Exhibition, in Francia il pittore Olivier Masmonteil ha deciso di lanciare una brillante iniziativa: si tratta di Une oeuvre à la maison, il progetto che consente di trasformare la propria casa in un’artoteca, ospitando per due mesi un dipinto o una scultura di valore.
Pensato per porre rimedio alle restrizioni causate dalla pandemia e alla chiusura dei luoghi d’arte su tutto il territorio francese, il progetto si rivolge ad artisti, collezionisti, gallerie, fondazioni e musei, invitandoli a mettere a disposizione un’opera d’arte da collocare (temporaneamente) in un’abitazione privata distante al massimo dieci chilometri dalla sede d’origine.
La curiosa operazione avviene attraverso l’account Instagram dell’iniziativa, sul quale vengono postate le opere “disponibili” per il prestito. Per averle basta fornire entro quindici giorni dalla pubblicazione le motivazioni della richiesta, assicurando di avere cura dell’opera in questione. Al termine delle due settimane, le persone selezionate vengono contattate, ricevendo il lavoro a domicilio e conservandolo nella propria abitazione per un arco di tempo due mesi.
I luoghi che hanno già risposto al progetto – coordinato dall’agenzia Dezarts e dallo Studio Masmonteil – sono tanti: dalla Galerie Provost Hacker alla Maison des arts de Châtillon all’École et Espace d’art contemporain Camille Lambert. L’obiettivo, naturalmente, è creare nuove occasioni d’incontro tra pubblico e opere d’arte, in attesa della tanto agognata riapertura dei luoghi di cultura.
[Immagine in apertura: Yann Kebbi, Fondation Kebbi, 2018-2019. Crayon, collage, gravure sur cuivre (aquatinte), 90 x 60 cm]