Capolavoro di Giotto, la Cappella degli Scrovegni di Padova è ora disponibile anche in modalità virtuale ad alta definizione. Il processo di digitalizzazione degli oltre 700 metri quadrati di superficie affrescata consente ora di esaminare il prezioso ciclo pittorico senza perderne neppure un dettaglio.
Con il suo ciclo di affreschi considerato un capolavoro della pittura del Trecento italiano ed europeo, la Cappella degli Scrovegni di Padova è riconosciuta fra i siti di maggiore rilievo storico-artistico del Paese. Merito degli straordinari dipinti eseguiti tra il 1303 e il 1305 da Giotto: su incarico del banchiere e mecenate Enrico degli Scrovegni, il maestro toscano realizzò un’intensa narrazione pittorica all’interno della chiesa intitolata a Santa Maria della Carità, in origine collegata al palazzo della famiglia padovana.
Al di sotto del poetico cielo stellato raffigurata sulla volta a botte della cappella – a sua volta caratterizzata da un impianto architettonico essenziale, con un’unica aula rettangolare –, Giotto ha rappresentato le storie della Vergine e di Cristo; nella controfacciata ha collocato la sua interpretazione del Giudizio Universale. Acquisita del 1880 dal Comune di Padova, la Cappella degli Scrovegni è da sempre un “osservato speciale” del patrimonio monumentale locale. Nel corso dei decenni si sono infatti susseguiti vari interventi conservativi; frequenti sono stati gli studi e i monitoraggi sullo stato dell’edificio e sulla conservazione delle pitture.
Recentemente il ciclo degli affreschi è stato oggetto di un’imponente campagna fotografica: sono stati realizzati 14.000 scatti, che dopo un anno di elaborazione, hanno permesso ad Haltadefinizione di acquisire l’intera superficie dipinta con tecnologia gigapixel. In questo modo, gli oltre 700 metri quadrati di affreschi sono diventati fruibili anche attraverso un visore multimediale a 360°: una modalità che, grazie alle tecniche di ripresa, consente a chiunque di osservare l’opera di Giotto da una prospettiva inedita, permettendo di ingrandire decine di volte e in maniera autonoma le immagini senza perdita di definizione.
La digitalizzazione di questo complesso lavoro artistico segue processi analoghi già messi a punto dalla stessa tech company. Per il fondatore, Luca Ponzio, “la Cappella degli Scrovegni costituisce un nuovo importante traguardo per Haltadefinizione e si inserisce nel più ampio progetto di valorizzazione e accessibilità del patrimonio culturale italiano che abbiamo iniziato nel 2007 con l’Ultima Cena di Leonardo. Nel 2019 abbiamo siglato con il Ministero per i beni e le attività culturali un accordo per la valorizzazione e la promozione delle collezioni statali che ha portato importanti collaborazioni con la Galleria dell’Accademia di Firenze, la Pinacoteca di Brera e le Gallerie Nazionali di Arte Antica a Roma, per la valorizzazione e il monitoraggio delle collezioni“.
Fra i vantaggi della digitalizzazione rientra la possibilità, fin qui senza precedenti per la Cappella, di abbattere i “vincoli fisici” e temporali legati all’esperienza di visita dal vivo. Le immagini in gigapixel permettono infatti di osservare anche i dettagli non percepibili a occhio nudo, oltrepassando i limiti di altezza e le distanze di sicurezza: uno strumento, dunque, per analizzare questo importante ciclo anche nelle sue porzioni più irraggiungibili o che risultano difficilmente esaminabili guardando dal basso verso verso.
[Immagine in apertura: Padova, la Cappella degli Scrovegni. Foto courtesy Haltadefinizione]