Le (preziosissime) uova di Pasqua d’oro di Fabergé

2 Aprile 2021

The Alexander Palace Egg, Fabergé. Chief Workmaster Henrik Wigström (1862-1923), gold, silver, enamel, diamonds, rubies, nephrite, rock crystal, glass, wood , velvet, bone, 1908 © The Moscow Kremlin Museums

Era il 1885 quando lo zar Alessandro III di Russia commissionò, come sorpresa di Pasqua per la moglie Maria Fëdorovna, un preziosissimo uovo d’oro: un oggetto composto con materiali pregiati che, al suo interno, conteneva gioielli d’incredibile fattura, sofisticati e collocati uno dentro l’altro come in una sorta di “scatola cinese”.

A realizzare questo incredibile – e fino ad allora inedito – oggetto d’arte fu Peter Carl Fabergé, abilissimo gioielliere che da quel momento in poi passò alla storia proprio per la sua invenzione “pasquale”. Una volta scartato l’uovo d’oro, infatti, la zarina ne fu contenta al punto da nominare l’artigiano “gioielliere di corte”, incaricandolo di elaborare un regalo di Pasqua ogni anno, a condizione che l’uovo fosse unico, e contenesse al suo interno una sorpresa sempre più speciale. Nasce così la tradizione delle uova di Fabergé, opere d’arte sofisticate e preziose, prodotte per un totale di circa cinquanta pezzi fino al 1917 dall’orafo russo e dalla sua squadra di assistenti.

LA MOSTRA AL VICTORIA & ALBERT MUSEUM

A ripercorrere il mito di Fabergé e delle sue uova d’oro sarà presto il Victoria & Albert Museum di Londra, con una mostra tutta dedicata alla produzione dell’artigiano russo e alla sua incredibile fortuna anche oltreconfine.

A partire dal titolo, Fabergé in London: Romance to Revolution, la rassegna pone infatti in evidenza il successo ottenuto da questi curiosi oggetti pregiati nella capitale inglese. Assunti a manufatti d’alto rango, e acquistati dalle persone più abbienti nel periodo a cavallo tra Otto e Novecento, i gioielli di Fabergé furono a lungo sinonimo di ricchezza, al punto da essere ricercatissimi da figure come il re Edoardo VII, Giorgio V e la consorte Maria di Teck, che spesso si “rifornivano” nella sede inglese della gioielleria (aperta nel 1903).

NON SOLO UOVA D’ORO

In calendario dal prossimo 20 novembre all’8 maggio 2022, l’esposizione sarà la prima grande mostra internazionale mai dedicata a questo pioniere della tradizione orafa russa, presentando oltre duecento oggetti d’inestimabile valore: dai tesori imperiali in arrivo dall’Hermitage Museum al bouquet di fiori realizzato con cristalli e diamanti, dalle sculture commissionate dall’imperatore Nicola II di Russia al prezioso libricino di preghiere creato per Aleksandra Fëdorovna.

Come detto, una sezione speciale del percorso espositivo sarà infine dedicata alla celebre invenzione delle uova d’oro. Pezzi mai prima d’oggi esposti nel Regno Unito e pronti a incantare il pubblico per minuziosità e brillantezza. Uno su tutti? Il grande uovo imperiale ispirato all’architettura della cattedrale della Dormizione – in prestito dai Musei del Cremlino di Mosca – e l’Alexander Palace Egg, con i ritratti ad acquerello dei figli di Nicola II e dell’imperatrice Alexandra.

I GIOIELLI DI FABERGÉ

[Immagine in apertura: The Alexander Palace Egg, Fabergé. Chief Workmaster Henrik Wigström (1862-1923), gold, silver, enamel, diamonds, rubies, nephrite, rock crystal, glass, wood , velvet, bone, 1908 © The Moscow Kremlin Museums]