Tutti pazzi per le borse al Victoria & Albert Museum di Londra

22 Novembre 2020

'Fabergé Egg', evening bag, by Judith Leiber, 1983, US. Museum no. T.511-1997. © Victoria and Albert Museum, London

A Londra, il Victoria & Albert Museum può vantare una multiforme serie di “incursioni” in quell’affascinante territorio della progettazione nel quale prendono forma le risposte fornite dal design alle costanti evoluzioni della società. Fermandosi a osservare solo alcuni dei più recenti progetti espositivi proposti dall’istituzione anglosassone, balzano infatti agli occhi mostre di ampio respiro come Cars: Accelerating the Modern World, dedicata alla storia delle quattro ruote, Videogames: Design/ Play/ Disrupt o le monografiche dedicate ai maestri della moda internazionale: da Cristóbal Balenciaga a Christian Dior, passando per Mary Quant, nota anche come “l’inventrice della minigonna”.

Si inserisce in questo filone l’imminente Bags: Inside Out,  presentata come la più completa mostra che il Regno Unito abbia mai dedicato all’amatissimo accessorio, le cui nuove date di apertura stanno per essere annunciate. Ad alimentare l’attesa, intanto, sono i dettagli del progetto, che riunendo quasi trecento esemplari intende analizzare la funzione, i valori simbolici e le tecniche artistiche e artigianali associate a questi oggetti, in un arco temporale esteso dal XVI secolo a oggi.

TRE SEZIONI E CIRCA TRECENTO MODELLI DI BORSE

Non si tratta, semplicemente, di un percorso scandito da decine di modelli diversi per dimensioni, forme, colori, materiali, in cui sono inclusi anche beauty case, zaini militari, bauli da viaggio, accessori legati a culture lontane o borse prodotte dai grandi brand internazionali. La prima delle tre sezioni della mostra si sofferma sulle qualità funzionali delle borse, considerandole prima di tutti “oggetti pratici”, indispensabili per contenere ciò di cui abbiamo bisogno nelle varie fasi della vita: si va dalla borsa per la maschera antigas di proprietà di Sua Altezza Reale la Regina Mary, risalente alla Seconda Guerra Mondiale, fino a un baule Louis Vuitton dei primi del Novecento.

In Status and Identity, il secondo capitolo del percorso, a farsi largo è il ruolo della borsa nella società di ieri e di oggi, con risvolti tra il pop e il mondano testimoniati dalla scelta di includere esempi iconici come una Kelly di Hermès, così denominata in onore di Grace Kelly, una Lady Dior ispirata alla principessa Diana, o una Baguette di Fendi indossata dall’attrice Sarah Jessica Parker in una delle scene più famose di Sex and the City. Con il focus Design and Making, che indaga il processo di progettazione e di realizzazione delle borse, dallo schizzo al campione fino alle strategie connesse alla vendita, si conclude la mostra. Tale sezione getta lo sguardo verso il futuro puntando su accessori in cui i designer sperimentano l’impiego di materiali innovativi, ecosostenibili o alternativi, come la plastica recuperata dagli oceani e opportunamente riciclata.

BORSE, UNA PASSIONE SENZA TEMPO

[Immagine in apertura: ‘Fabergé Egg’, evening bag, by Judith Leiber, 1983, US. Museum no. T.511-1997. © Victoria and Albert Museum, London]