A Palermo il nuovo spazio per le arti diretto dalla Fondazione Merz

29 Maggio 2021

Photo by Uniq Trek on Unsplash

Già affermatasi prima della pandemia come snodo importante per l’arte contemporanea, con le iniziative legate al ruolo di Capitale Italiana della Cultura ricoperto nel 2018 ed eventi di primissimo piano come Manifesta 12 e la Biennale Arcipelago Mediterraneo, Palermo conferma questa vocazione annunciando un nuovo progetto di peso che riguarda la ZAC – Zisa Zona Arti Contemporanee.

Lo spazio, all’interno dell’ex complesso industriale dei Cantieri della Zisa, sarà gestito per i prossimi tre anni dalla Fondazione Merz di Torino, nata su iniziativa della figlia del maggiore esponente italiano dell’Arte Povera e attiva dal 2005 nella progettazione culturale. Il progetto ZACentrale 2021-2023, recentemente presentato dal Comune di Palermo, prevede la trasformazione dell’hangar in un vero e proprio incubatore creativo: un luogo dove fare ricerca e interrogarsi sul futuro delle arti.

LA FONDAZIONE MERZ “CONQUISTA” PALERMO

In particolare sono in programma l’organizzazione di una serie di iniziative interdisciplinari – mostre, concerti, spettacoli, incontri, dibattiti e attività formative – con l’obiettivo di coinvolgere attivamente le altre realtà già presenti alla Zisa e tutta la cittadinanza, ma anche la creazione di una biblioteca specialistica dedicata all’arte contemporanea con una dotazione di partenza di trecento volumi da parte della fondazione.

I Cantieri della Zisa sono una location fortemente simbolica per i palermitani, avendo ospitato un capitolo importante della storia della città e delle arti decorative italiane. Qui, nei capannoni delle vecchie aziende Ducrot, venivano infatti realizzati i raffinati mobili in stile liberty disegnati da Ernesto Basile che arredavano le navi da crociera dei Florio e sono tuttora parte dell’arredamento di un’ala di Montecitorio. La loro nuova vita comprenderà spazi di approfondimento su temi attuali come la sostenibilità e il ruolo dell’uomo come agente di trasformazione ambientale. “Etimologicamente i termini di coltura e cultura condividono ben più di una comune origine semantica”, ha dichiarato Beatrice Merz. “Non è immaginabile considerare il lavoro culturale e degli artisti disgiunto dalle urgenze sociali d’intere comunità”.

[Immagine in apertura: Photo by Uniq Trek on Unsplash]