Palazzo Strozzi accoglie la grande mostra dedicata agli autori più influenti dell'arte americana contemporanea. In rassegna oltre ottanta opere realizzate tra gli anni Sessanta e gli anni Duemila, provenienti dalle collezioni del Walker Art Center di Minneapolis.
Palazzo Strozzi apre la sua stagione espositiva con una grande rassegna dedicata all’arte americana del nostro tempo: un evento in grande stile, segnato dalla presenza di opere tra le più iconiche degli ultimi decenni. Sono in totale oltre ottanta i lavori raccolti all’interno del percorso espositivo, parte dei quali mai prima d’ora esposti in Italia e finalmente visibili al pubblico nazionale grazie alla prestigiosa collaborazione con il Walker Art Center di Minneapolis.
Curata da Vincenzo de Bellis e Arturo Galansino, American Art 1961-2001 sorprende innanzitutto per l’aspetto “enciclopedico” che caratterizza il tragitto di visita, con un gran numero di personalità e movimenti selezionati nell’arco di tempo che va dalla guerra del Vietnam all’attacco dell’11 settembre 2001: due eventi cruciali della nostra storia recente, scelti come momenti di snodo anche sotto il profilo culturale.
Nel corso di questo quarantennio l’America si è infatti imposta sia come superpotenza politica e militare, sia come “faro” della cultura e dell’arte occidentale. Prova ne è il successo di artisti del calibro di Andy Warhol, presente con ben dodici capolavori tra i quali la celebre serie Sixteen Jackies dedicata alla moglie del presidente Kennedy, Barbara Kruger, Bruce Nauman e John Baldessari: figure che, con la loro personalità e la loro produzione, si sono erette a punti di riferimento per le generazioni di artisti successive.
E poi ancora la sezione speciale in omaggio al “padre” della danza contemporanea Merce Cunningham, le “appropriazioni” di Richard Prince e l’impegno sociale di Felix Gonzalez-Torres. I temi toccati dai cinquanta artisti in rassegna sono tanti, e ognuno di essi è capace di suggerire riflessioni profonde sul contesto culturale e sociale dell’America – come nel caso di Kara Walker, della quale è proposta un’ampia selezione di opere video e disegni che testimoniano la sua suggestiva ricerca tra storia e satira intorno ai temi della discriminazione razziale. Uno sguardo straordinario sull’arte degli States, aperto al pubblico fino al 29 agosto.
“Gli Stati Uniti d’America rappresentano un complesso meltin’ pot di culture, tradizioni e identità diverse: uno dei prototipi storici della democrazia contemporanea che ancora oggi più che mai racchiude in sé profonde contraddizioni sociali, razziali, di genere”, ha dichiarato Vincenzo de Bellis. “L’arte ci permette di poter raccontare le stratificazioni di una società tanto complessa. Ed è questo che si prefigge di fare la mostra ‘American Art 1961-2001’, concepita come un racconto attraverso le molteplici espressioni artistiche degli USA. Questa narrazione si avvale delle straordinarie opere provenienti dal Walker Art Center di Minneapolis, che accoglie una delle più singolari e importanti collezioni museali degli Stati Uniti e del mondo. La ricchezza e la diversità delle sue opere provano che una sola storia dell’America e della sua arte non esiste; ci sono, piuttosto, innumerevoli storie e figure che schiudono ulteriori nuovi racconti e possibilità”.
[Immagine in apertura: Cindy Sherman (Glen Ridge, New Jersey 1954), Untitled #92, 1981, color chromogenic print; 61 x 121.9 cm. Minneapolis, Walker Art Center. Art Center Acquisition Fund, 1982 © Cindy Sherman. Courtesy the artist and the Walker Art Center, Minneapolis]