L’opera più piccola e l’opera più grande dell’artista originario di Città di Castello vengono messe eccezionalmente a confronto in occasione della mostra 'Alberto Burri. Le dimensioni della materia', allestita negli spazi della Podesteria di Michelangelo, a Chiusi della Verna (Arezzo). Fino all'11 settembre 2016.
Dal 9 luglio all’11 settembre, la mostra Alberto Burri. Le dimensioni della materia propone un riavvicinamento alla poetica dell’artista umbro, scomparso nel 1995, e alla specificità della sua opera. Curata da Laura Caruso e Saverio Verini e allestita presso la Podesteria di Michelangelo a Chiusi della Verna (Arezzo) – uno dei luoghi di interesse lungo l’itinerario tematico dedicato al Brunelleschi, alla scoperta delle sue origini tra Caprese e Chiusi – la rassegna prende avvio dall’inedito avvicinamento tra l’opera più piccola e l’opera più grande realizzate da Burri.
Ad essere affiancate sono quindi una Muffa datata 1951 – delle dimensioni di appena 2,5 x 8 cm – e il monumentale Grande Cretto di Gibellina, sviluppato su una superficie che supera i 10 ettari e presentato nel percorso espositivo attraverso una significativa documentazione fotografica.
Pur nella varietà dalle estensioni fisiche, Alberto Burri. Le dimensioni della materia punta a dimostrare come l’azione di ricerca e le sperimentazioni condotte dall’artista, celebre per il suo essersi misurato con materiali eterogenei e attinti a universi molto distanti, abbiano condotto alla “creazione di un universo formale astratto e ‘concreto’ al tempo stesso“, contraddistinto da una notevole coerenza interna, indipendente dal formato delle opere.
Con un dichiarato intento divulgativo, la mostra costituisce anche l’occasione per assistere alla proiezione del video monografico realizzato dal regista Rubino Rubini: ultimato nel 1994, è interamente dedicato al grande interprete dell’arte del Novecento ed è stato inserito nel percorso di visita.
Omaggiato dal Guggenheim Museum di New York con una retrospettiva promossa in concomitanza con il centenario della nascita dell’artista, nel 2015, Burri verrà ulteriormente indagato in occasione di questa mostra anche attraverso alcuni incontri di approfondimento: già confermate le presenze di Luigi Amadei, gallerista, cui si deve il prestito della Muffa esposta (domenica 24 luglio) e di Christian Caliandro, critico e saggista che interverrà nel giorno di chiusura dell’appuntamento.
[Immagine in apertura: Alberto Burri, Grande Cretto di Gibellina, particolare. Photo: courtesy of Archivio Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri, 2016]