Progettista poliedrico, direttore di Casabella e Domus, due volte vincitore del Compasso d'Oro nel 1979 e nel 1981, Alessandro Mendini è scomparso lunedì 18 febbraio, all'età di 87 anni.
È scomparso oggi all’età di 87 anni, nella “sua” Milano, l’architetto e designer Alessandro Mendini. Nato nel capoluogo lombardo nel 1931, laureatosi nel 1959, è stato una delle figure di riferimento nel percorso di rinnovamento del design italiano, tra gli anni Settanta e Ottanta.
Protagonista delle più significative esperienze del design radical – da Global Tools ad Alchimia nel 1977, fino a Memphis – ha legato il proprio nome a edifici sorprendenti tra tutti, il Groninger Museum, in Olanda; a decine di progetti di design realizzati per grandi aziende del settore e divenuti in larga parte molto popolari; a installazioni, ambienti, mobili e opere d’arte.
Fondatore nel 1989 dell’Atelier Mendini, sempre a Milano, con il fratello Francesco, anch’egli architetto, ha tracciato una linea autonoma e indipendente nel settore, orientandosi verso un’acuta ricerca, a metà strada tra arte, design e architettura, anche in ambito teorico. Per Alessi ha progettato il cavatappi Anna G. e il macinapepe Anna Pepper, entrambi nel 1996, e le Fabbriche di Omegna, mentre per Magis ha realizzato una delle più iconiche poltrone in polietilene, la Magis Proust.
I suoi interessi interdisciplinari hanno trovato piena manifestazione anche in ambito editoriale: Mendini, infatti, ha diretto le riviste Casabella, Modo e Domus.
Numerosi i riconoscimenti ottenuti nel corso della carriera: nel 1979 e nel 1981 gli è stato attribuito il Compasso d’oro per il design; in Francia è stato nominato Chevalier des Arts et des Lettres; il Politecnico di Milano gli ha conferito una Laurea Honoris Causa. Nel 2003 l’Atelier Mendini è stato insignito della Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana per il progetto della Metropolitana di Napoli.
[Immagine in apertura: Alessandro Mendini, 2014, photo by L4red0 via Wikipedia]