Negli spazi interni della Tate Modern e sulla sua terrazza esterna, oltre 30 opere del noto artista danese ripercorrono tre decenni della sua carriera. Dopo Londra, questa importante monografica verrà riproposta a Bilbao, al Guggenheim Museum.
A qualche giorno di distanza dalla notizia dell’affidamento a Olafur Eliasson dell’incarico per la progettazione di un nuovo impianto di illuminazione per l’Arco di Trionfo, a Parigi, dall’altra parte della Manica si alza il sipario sulla grande mostra che segna il ritorno dell’artista di fama internazionale alla Tate Modern.
Olafur Eliasson: In real life è uno dei grandi progetti espositivi dell’estate londinese e si protrarrà fino al 5 gennaio 2020, consentendo ai visitatori di ripercorrere trent’anni di carriera dell’artista danese, dagli esordi ai giorni nostri. Dopo il grande successo riscosso nel 2003 con la celebre installazione The Weather Project, allestita nella Turbine Hall della Tate Modern, Eliasson ha proseguito speditamente la sua ricerca creativa, spinto dall’interesse verso i temi della percezione, del movimento e dalla volontà di generare un dialogo tra persone e ambiente. Un approccio che ha raggiunto piena manifestazione in opere in grado di offrire vere e proprie esperienze, con le quali si sono potuti confrontare spettatori di tutte le età.
Curata da Mark Godfrey con Emma Lewis, in collaborazione con Studio Olafur Eliasson, la retrospettiva londinese comprende oltre 30 lavori. L’obiettivo è esplorare le modalità con cui l’artista ha intrecciato e ibridato la propria pratica con temi di attualità, come la sostenibilità o le migrazioni, e con discipline come l’architettura. Tra i lavori selezionati per questo progetto espositivo rientrano le prime indagini sullo spazio e sui fenomeni naturali, gli iniziali esperimenti nei campi della luce, del colore, della geometria, della percezione, ancora centrali nella sua pratica. La “collaborazione” dell’artista con la Tate Modern e il suo attivismo sono anch’essi documentati dalla mostra. Lo testimoniano interventi come Little Sun, che debuttò nel 2012 proprio nell’istituzione inglese ed è finalizzato a fornire luce alle comunità prive di accesso alla corrente elettrica, e il più recente Ice Watch, in cui Eliasson ha affrontato ‒ non senza un accento provocatorio ‒ le conseguenze del cambiamento climatico.
In questa occasione, inoltre, viene esposto anche il progetto architettonico Fjordenhus, recentemente completato in Danimarca. Olafur Eliasson: In real life sarà accompagnata da una serie di eventi pubblici che coinvolgeranno diversi spazi della Tate Modern. Il prossimo anno la mostra sarà riallestita al Guggenheim Museum di Bilbao, dove sarà visitabile dal 14 febbraio al 21 giugno.
[Immagine in apertura: Olafur Eliasson, Stardust particle, 2014, stainless steel, translucent mirror-filter glass, wire, motor, spotlight, Ø 1760 mm, Tate. Photo: Jens Ziehe, 2017 © 2014 Olafur Eliasson]