Svolta per il dipinto di Cimabue trovato in Francia. Il governo ne blocca l’esportazione

27 Dicembre 2019

Cimabue, Cristo deriso, via Artribune

Sembra non esserci fine alle rocambolesche vicende intorno al Cristo Deriso (nell’immagine in apertura, via Artribune), il quadro attribuito a Cimabue, scoperto accidentalmente in un appartamento della periferia nord di Parigi. Dopo esser stato battuto all’asta per la cifra record di 24.180.000 euro – divenendo uno dei quadri antichi più costosi di sempre –, il dipinto è stato definito in questi giorni “tesoro nazionale” dal Ministro della cultura francese Franck Riester, che ne ha proibito l’esportazione e il passaggio nelle mani dei nuovi acquirenti.

LA STORIA DEL DIPINTO

Ma facciamo il punto della situazione. A trovare il piccolo quadro – una tavola in legno di circa 25 x 20 cm – era stata lo scorso settembre un’anziana signora di Compiègne, non lontano da Parigi. La donna, che aveva avuto l’opera in casa per anni senza mai sospettarne il valore, si era decisa a sottoporla agli esperti della casa d’aste Actéon che, tramite i suoi periti, ne aveva identificato l’autore in Cimabue, stimandone un costo tra i 4 e i 6 milioni di euro. Dopo aver fatto il giro del mondo, la notizia del ritrovamento è stata seguita dalla notizia ancor più roboante del costo di vendita, che ha superato i 24 milioni.

Ma ecco ora la svolta: il Cristo Deriso non lascerà la Francia. A deciderlo lo stesso governo francese che, per voce del ministro Riester, ha definito il dipinto incedibile. Una decisione che arriva a bruciapelo e che, pur lasciando di stucco gli acquirenti, sembra insindacabile. A questo punto, l’obiettivo per il governo d’oltralpe è quello di trovare (entro i prossimi 30 mesi) i fondi necessari per acquistare nuovamente l’opera. Solo a questa condizione il capolavoro potrà essere ceduto, entrando a quanto pare nella collezione del Louvre.