“He Eats Alone” è stata una delle ultime mostre curate da Germano Celant. Protagonista del progetto l'artista Kaws – pseudonimo di Brian Donnelly – nella sua grande esposizione in Qatar. Un nuovo catalogo di SilvanaEditoriale raccoglie l'intera esperienza con testi, approfondimenti e un ricco apparato di immagini.
Ci sono cataloghi d’arte che durano il tempo di una mostra, rimanendo ancorati al periodo del progetto a cui fanno riferimento. Ce ne sono altri, invece, che durano nel tempo, se non altro per l’importanza di chi ha contribuito a realizzarli. Così è per il recente Kaws: He Eats Alone, il libro che fa riferimento alla prima mostra museale del celebre street artist americano, curata da Germano Celant nei mesi precedenti alla sua scomparsa.
Una collaborazione inedita, quella tra il grande curatore italiano e l’artista – uno dei più pop in circolazione –, che risulta oggi ancora più significativa a causa della prematura dipartita dell’intellettuale, teorico dell’Arte Povera.
Composto di oltre 320 pagine, questo massiccio volume – edito da SilvanaEditoriale – ripercorre le tappe più eclatanti della carriera di Kaws, facendo riferimento alla sua recente retrospettiva negli spazi della Fire Station di Doha, in Qatar (nell’immagine in apertura, photo Jonty Wilde): dagli inizi come street artist negli anni Novanta alle prime sculture dal taglio cartoonesco, dalle collaborazioni commerciali alle più recenti opere in realtà aumentata. Un viaggio che mescola dark humor, critica sociale e cultura pop. Il tutto ovviamente condito da un maestro della parola e del concetto come Celant.