Non è ancora ufficiale, ma sembra solo una questione di tempo. Bergamo e Brescia saranno Capitali Italiane della Cultura 2023. Una scelta coraggiosa, che punta al recupero e al supporto di due territori fra i più colpiti dalla pandemia.
Ripartire dopo il dramma dell’emergenza sanitaria. Ma soprattutto farlo attraverso le “armi” della cultura. È questo l’obiettivo dell’emendamento che attribuisce a Bergamo e Brescia il titolo di Capitali Italiane della Cultura 2023, senza che esse debbano partecipare al bando del prossimo anno. Un riconoscimento straordinario, avanzato al fine di aiutare i due capoluoghi lombardi a rialzarsi e a superare la tragica parentesi legata al COVID-19.
Proposto dal deputato Devis Dori in accordo alle richieste dei sindaci delle due città, l’emendamento passerà ora in Senato, dove dovrà ottenere il via libera definitivo entro il prossimo 18 luglio. Solo dopo la conversione del decreto in legge i due capoluoghi potranno iniziare a lavorare su un progetto unitario: una serie di proposte artistiche e culturali da presentare al Ministero dei Beni Culturali entro la fine di gennaio 2022.
Eppure, in un certo senso, la scelta di Bergamo e Brescia come modelli culturali del prossimo futuro non deve stupire. In più di un’occasione, infatti, le due città si erano distinte durante il lockdown attraverso una serie di iniziative mirate al recupero e al rilancio dell’immagine locale, puntando proprio sulla cultura come strumento privilegiato con il quale ricostruire il tessuto sociale ed economico devastato dall’epidemia.
Così era stato, ad esempio, per l’iniziativa benefica dell’artista bergamasco Andrea Mastrovito, voce di riferimento dell’arte nazionale, che aveva deciso di scendere in campo a sostegno degli ospedali della sua città natale. Una decisione coraggiosa che era servita da stimolo a operazioni altrettanto lodevoli. Tra le altre la raccolta fondi 100 fotografi per Bergamo – la campagna umanitaria per sostenere il reparto di rianimazione e terapia intensiva dell’Ospedale Papa Giovanni XXIII della città – e la piattaforma radiofonica Radio GAMeC – un luogo di dibattito, supporto sociale e riflessione sui temi del presente da parte della Galleria d’Arte Moderna e Contemporanea di Bergamo.
Insomma, dopo la conferma di Parma Capitale Italiana della Cultura anche nel 2021, l’Italia si prepara come meglio può alla ripartenza, puntando proprio su quei territori e su quelle comunità che più di altri hanno subito gli effetti della pandemia. La speranza è che tali iniziative possano essere da esempio anche per tanti altri centri della Penisola: realtà più o meno grandi dal nord al sud del Paese che, indipendentemente dalle proporzioni degli effetti legati al Coronavirus, sono oggi chiamate a far tesoro del difficile periodo appena passato, trasformando i limiti in possibilità, la sciagura in bellezza.
[Immagine in apertura: Bergamo, photo di Ben Kerckx da Pixabay]