Il libro che raccoglie le architetture “ispirate” a Wes Anderson

29 Ottobre 2020

Accidentally Wes Anderson by Wally Koval published by Trapeze, 2020. CRAWLEY EDGE BOATSHED Perth, WA, Australia | c. 1930s. Photo by James Wong

Colori pastello, atmosfere vintage e composizioni prospettiche da manuale di geometria. Gli “ingredienti” della ricerca estetica di Wes Anderson sono pochi, semplici, eppure straordinariamente efficaci. Prova ne è il successo roboante dei suoi film: opere iconiche del cinema moderno costruite facendo leva su un immaginario romantico, nostalgico e “zuccherino” che da anni conquista le attenzioni di milioni di appassionati della settima arte.

A ribadire il clamore mediatico intorno al regista americano è ora un nuovo volume fotografico, in uscita oggi (29 ottobre) per la casa editrice britannica Trapeze. Si intitola Accidentally Wes Anderson – letteralmente “Wes Anderson per caso”– ed è una raccolta di vedute paesaggistiche e strutture architettoniche che richiamano le ambientazioni da sempre protagoniste nei film del grande cineasta.

LO STILE DI WES ANDERSON

Ricco di oltre 360 pagine, il volume nasce in seguito all’enorme successo riscosso dall’omonimo account Instagram: una piattaforma attiva dal 2017 per raccogliere tutti quei luoghi “accidentalmente wesandersoniani”, scovati e fotografati liberamente dagli utenti in ogni angolo del globo. Avviata dallo specialista americano di marketing Wally Koval, quella prima esperienza trova oggi nuova forma in questa speciale pubblicazione a colori, composta di ben 180 location fotografate in cinquanta diversi Paesi.

Diversissimi per storia e natura, i singoli posti – immortalati da professionisti e amatori della fotografia – hanno in comune un unico tratto distintivo: quello di riflettere le tipiche caratteristiche dell’estetica di Wes Anderson, presentandosi come “scenografie” ideali, tra realtà e immaginazione.

I LUOGHI IMMORTALATI

Ne sono un esempio l’Hotel Belvédère di Grindewald – la prima opera condivisa sulla pagina online e qui posta in copertina del volume – o l’Hotel Opera di Praga – un edificio color pastello non troppo dissimile dal celebratissimo Grand Budapest Hotel. Accompagnate da specifiche didascalie con descrizioni sugli autori e sulle storie dei rispettivi luoghi, le immagini formano un atlante imperdibile per ogni amante della poetica del regista. Il tutto, peraltro, condito da una succosa introduzione dello stesso Wes Anderson.

LE IMMAGINI DEL VOLUME