Vecchi hotel di periferia, vagoni ferroviari dal gusto vintage, coloratissime fortezze indiane. E poi ancora funivie anni Sessanta, palazzi barocchi e uffici postali in disuso. Sono solo alcuni dei luoghi fotografati e raccolti in questo volume: un libro in omaggio all'estetica del regista Wes Anderson.
Colori pastello, atmosfere vintage e composizioni prospettiche da manuale di geometria. Gli “ingredienti” della ricerca estetica di Wes Anderson sono pochi, semplici, eppure straordinariamente efficaci. Prova ne è il successo roboante dei suoi film: opere iconiche del cinema moderno costruite facendo leva su un immaginario romantico, nostalgico e “zuccherino” che da anni conquista le attenzioni di milioni di appassionati della settima arte.
A ribadire il clamore mediatico intorno al regista americano è ora un nuovo volume fotografico, in uscita oggi (29 ottobre) per la casa editrice britannica Trapeze. Si intitola Accidentally Wes Anderson – letteralmente “Wes Anderson per caso”– ed è una raccolta di vedute paesaggistiche e strutture architettoniche che richiamano le ambientazioni da sempre protagoniste nei film del grande cineasta.
Ricco di oltre 360 pagine, il volume nasce in seguito all’enorme successo riscosso dall’omonimo account Instagram: una piattaforma attiva dal 2017 per raccogliere tutti quei luoghi “accidentalmente wesandersoniani”, scovati e fotografati liberamente dagli utenti in ogni angolo del globo. Avviata dallo specialista americano di marketing Wally Koval, quella prima esperienza trova oggi nuova forma in questa speciale pubblicazione a colori, composta di ben 180 location fotografate in cinquanta diversi Paesi.
Diversissimi per storia e natura, i singoli posti – immortalati da professionisti e amatori della fotografia – hanno in comune un unico tratto distintivo: quello di riflettere le tipiche caratteristiche dell’estetica di Wes Anderson, presentandosi come “scenografie” ideali, tra realtà e immaginazione.
Ne sono un esempio l’Hotel Belvédère di Grindewald – la prima opera condivisa sulla pagina online e qui posta in copertina del volume – o l’Hotel Opera di Praga – un edificio color pastello non troppo dissimile dal celebratissimo Grand Budapest Hotel. Accompagnate da specifiche didascalie con descrizioni sugli autori e sulle storie dei rispettivi luoghi, le immagini formano un atlante imperdibile per ogni amante della poetica del regista. Il tutto, peraltro, condito da una succosa introduzione dello stesso Wes Anderson.