Le piccole fantasie quotidiane di Alessandro Mendini raccontate a Napoli

23 Ottobre 2020

Alessandro Mendini, Stelle di Celle, 2015, ceramica policroma. Produzione Gori Lab. Courtesy Archivio Alessandro Mendini, Milano

A meno di due anni dalla scomparsa di Alessandro Mendini, avvenuta il 18 febbraio 2019, il poliedrico architetto, designer e artista viene finalmente omaggiato con la prima mostra postuma ospitata da un’istituzione museale pubblica italiana. A ricostruirne il profilo, con un progetto espositivo esito di un percorso di analisi e rilettura del suo archivio, è il Madre – museo d’arte contemporanea Donnaregina di Napoli, città legata a filo doppio alla parabola professionale del pluripremiato autore milanese.

A partire dal 29 ottobre – e fino al 1° febbraio 2021 – sarà infatti aperta al pubblico Alessandro Mendini: piccole fantasie quotidiane, la rassegna curata da Gianluca Riccio e Arianna Rosica, in collaborazione con Elisa e Fulvia Mendini e con l’Atelier Mendini, che intende illustrare l’approccio ibrido, sperimentale e interdisciplinare dell’autore puntando su una scrupolosa e originale selezione dei suoi lavori.

LA MOSTRA SU MENDINI A NAPOLI

L’organizzazione del percorso espositivo secondo una successione di stanze tematiche è funzionale a restituire “la mobilità del linguaggio mendiniano“, ovvero la capacità del progettista, che fu anche direttore delle riviste DomusCasabella e Modo, di adottare un approccio ibrido come proprio modus operandi. Nelle sale del Madre i visitatori potranno cogliere la sua capacità di oscillare tra espressività e funzionalismo, conseguendo risultati che si dimostrano in grado di azzerare le canoniche distanze fra pittura, artigianato, design e architettura: esposti arredi, disegni, bozzetti, prototipi, documentazioni di performance e altri materiali ancora.

Complessivamente a essere scandagliati sono oltre cinque decenni di attività, dalla cui analisi emerge anche la relazione stabilita da Mendini con Napoli. La città ancora oggi conserva preziose e tangibili testimonianze della sua intensa ricerca: è qui, infatti, che a partire dagli anni Ottanta l’architetto ha messo a segno alcuni dei suoi progetti italiani più noti, fra cui la stazione della Metropolitana di Napoli Salvator Rosa. Un’occasione, infine, che promette di svelare anche i riverberi delle principali correnti artistiche del Novecento nel vocabolario dell’autore, fra riflessi e interpretazioni delle prospettive delineate da Arte Povera, Futurismo, Pop Art e Metafisica.

[Immagine in apertura: Alessandro Mendini, Stelle di Celle, 2015, ceramica policroma. Produzione Gori Lab. Courtesy Archivio Alessandro Mendini, Milano]