Risultate positive al COVID-19, quattro ragazze hanno deciso di rispondere al virus con autoironia. Come? Creando un mazzo di carte illustrato a tema lockdown. Nasce così “Le Recluse”, un progetto che reinterpreta in chiave ironica le carte napoletane.
Non sappiamo ancora bene quali saranno le sorti del prossimo Natale, ma tutto lascia ipotizzare che saremo obbligati a passarlo con poche, pochissime, persone care, evitando assembramenti, cenoni e veglioni allargati. Un Natale in famiglia, dunque, nel senso più stretto del termine, a cui conviene prepararsi facendo incetta di giochi e passatempi, magari in sostituzione della classica tombolata.
Dopo avervi suggerito una serie di giochi a tema artistico – in grado di coniugare divertimento e cultura –, ecco una nuova, simpatica, uscita: stiamo parlando de Le Recluse, le carte che rispondono alla pandemia con il sorriso.
Ideata da Laura Marianera, designer dello studio creativo fiorentino Progetto Undici, l’iniziativa presenta quaranta carte illustrate a colori, ognuna delle quali dedicata a strumenti e attività simbolo dei mesi di forzata permanenza domestica.
Un po’ come già per Le Quarentine, il mazzo di carte consiste in una rivisitazione delle carte napoletane, reinterpretate grazie alla fantasia di quattro ragazze risultate positive al COVID-19. Ecco allora che la spada si trasforma in tampone, il bastone diventa termometro, la coppa mascherina e i denari germi virali. Una intelligente risposta alla drammatica emergenza sanitaria con le armi dell’autoironia.
“A fine agosto, durante una cena con tre amiche d’infanzia, ho contratto il COVID-19 e insieme a me tutte loro”, ha dichiarato l’ideatrice del progetto, Laura Marianera. “Il mio isolamento è durato oltre 40 giorni. Ero bloccata in una stanza, nel solo perimetro della camera da letto, le giornate erano tutte uguali e il tempo non passava più. Decisi che dovevo distrarmi e risollevarmi, occupare la testa con altro. Stavo vivendo questa situazione in contemporanea con le mie amiche, e ho deciso di fargli un regalo sviluppando delle illustrazioni che ironizzassero su quello che stavamo vivendo, enfatizzando i momenti e i simboli che stavano caratterizzando la nostra positività e il nostro modo di vivere questa spiacevole situazione. Volevo lasciare qualcosa di bello in un momento decisamente brutto attraverso ciò che mi riesce meglio, il disegno. Ho iniziato a buttare giù delle bozze di illustrazioni che legassero il gruppo di ‘recluse’ alla simbologia della pandemia, e così, da un gioco, quasi in maniera naturale, mi sono ritrovata a strutturare quello che si è rivelato poi un vero e proprio progetto grafico”.
[Immagine in apertura: Le Recluse, carte da gioco © Progetto Undici]