Tornano a splendere i mosaici trecenteschi del Battistero di Firenze

25 Gennaio 2021

Cantiere di restauro delle pareti interne del Battistero di Firenze - Courtesy Opera di Santa Maria del Fiore, foto Claudio Giovannini

A sette giorni dalla riapertura al pubblico dei musei con sede nelle regioni in zona gialla, a Firenze tornano a spalancarsi le porte della cattedrale di Santa Maria del Fiore; riprendono così anche le visite alla Cupola di Brunelleschi, che lo scorso anno ha tagliato lo straordinario traguardo dei 600 anni dall’ultimazione. Contemporaneamente, all’interno di un altro edificio del complesso religioso, ovvero il Battistero intitolato a San Giovanni, si sta compiendo un “passaggio cruciale”. Proprio oggi, lunedì 25 gennaio, infatti, inizia lo smontaggio dei ponteggi fin qui impiegati per il restauro di parte dei mosaici trecenteschi presenti sulle pareti interne; seguirà il loro riallestimento sulle porzioni ancora da trattare.

Nonostante il clima di instabilità causato dalla crisi sanitaria, l’Opera di Santa Maria del Fiore punta a ultimare l’intero intervento di restauro entro la fine del 2021. Un’operazione nella quale la storica istituzione, fondata dalla Repubblica Fiorentina nel 1296, “dal 2017 a oggi ha investito oltre un milione e mezzo di euro“, come precisato dal suo consigliere Vincenzo Vaccaro. Tale restauro segue cronologicamente quello delle facciate esterne e del manto di copertura dell’edificio, la cui costruzione precede quella della cattedrale di Santa Maria del Fiore.

IL RESTAURO DEL BATTISTERO DI SAN GIOVANNI

Nell’attesa del completamento dell’opera, sono stati intanto resi noti i risultati raggiunti grazie al restauro di metà delle pareti del Battistero, parallelamente al quale è stato effettuato anche un intervento di pulitura del monumento funebre dell’antipapa Giovanni XXIII, opera di Donatello e Michelozzo, collocato all’interno. Rivestito con lastre di marmo bianco e verde di Prato, il monumento è considerato un autentico scrigno delle meraviglie. A caratterizzarlo sono l’ampio spazio ottagonale, le tarsie marmoree che scandiscono le parete interne e la spettacolare cupola a otto spicchi mosaicata. Il completamento di quest’ultima, in particolare, datato fra il primo e il secondo decennio del Trecento, è passato alla storia come una colossale impresa, i cui esiti incoraggiarono a estendere la presenza dei mosaici anche alle zone parietali, inizialmente escluse da tale decorazione.

Oggetto nei secoli di ripetuti restauri, in occasione di quello attualmente in corso il Battistero è stato al centro di una campagna di studi e di indagini diagnostiche senza precedenti. Molte le scoperte e le curiosità emerse; fra queste spiccano la tecnica musiva impiegata nei mosaici parietali, che viene considerata dagli esperti “un vero e proprio unicum“, e la presenza di tracce di foglia d’oro su uno dei capitelli dei matronei. Si tratterebbe di una prova a sostegno della possibile iniziale doratura di tutti capitelli, i quali, uniti al fondo oro dei mosaici della Cupola e alla pareti, dovevano suscitare non poco stupore ai visitatori. In attesa del completamento, l’architetto Samuele Caciagli, responsabile dell’Area Tecnica dell’Opera di Santa Maria del Fiore, fa il punto sull’opera: “Abbiamo avviato un grande cantiere di restauro dei paramenti interni costituiti da oltre 1100 metri quadrati di superfici marmoree, 200 metri quadrati di decorazioni a mosaico, oltre 100 metri quadrati di dorature trattate in relazione ai diversi gradi di complessità anche mediante l’applicazione di metodologie di restauro specificatamente studiate“.

[Immagine in apertura: Cantiere di restauro delle pareti interne del Battistero di Firenze ‒Courtesy Opera di Santa Maria del Fiore, photo Claudio Giovannini]