Desert X: torna la biennale d’arte nel deserto americano

19 Febbraio 2021

Desert X installation view, John Gerrard, Western Flag (Spindletop, Texas) 2017, 2017-2019, photo by Lance Gerber, courtesy of Desert X

Nota per essere sede di uno dei festival musicali più gettonati del pianeta, la Coachella Valley è una vasta area della California meridionale: un luogo mistico e magico, caratterizzato da ampie distese di sabbia, palme e rocce distribuiti su una “fetta” di territorio che si estende per circa 72 chilometri. È qui, in quello che è ritenuto uno dei luoghi più suggestivi del continente americano, che si prepara a fare il suo debutto la terza edizione di Desert X, la biennale d’arte contemporanea dedicata all’esplorazione del paesaggio naturale.

Originariamente previsto per il mese di febbraio, e rinviato in seguito alle disposizioni governative per il contenimento dei contagi, il festival taglierà ufficialmente il nastro il prossimo 12 marzo, trasformando la valle in un enorme museo a cielo aperto. Così come già nelle occasioni precedenti, il format dell’evento sarà caratterizzato da una selezione di opere realizzate da artisti noti del panorama internazionale, invitati a confrontarsi con la straordinaria scenografia paesaggistica e, soprattutto, con le sue diverse culture.

GLI ARTISTI INVITATI A “DESERT X”

I vari interventi dei tredici autori coinvolti – quasi tutti su larga scala e selezionati dal direttore artistico della manifestazione Neville Wakefield – avranno come tema di riferimento il deserto – inteso come luogo naturale estremo, ma anche come “contenitore” di identità sociali da osservare alla luce dei grandi dibattiti del nostro tempo: dai fenomeni migratori al libero accesso alle risorse idriche, dalla discriminazione alle ingiustizie nei confronti delle minoranze.

Visibili gratuitamente fino al 16 maggio, e collocate tra la sabbia e la vegetazione della Coachella Valley, le opere porteranno la firma di autori quali Felipe Baeza – presente con il murale Finding Home in My Own Flesh –, Zahrah Al Ghamdi – in mostra con una scultura monumentale dedicata alle trasformazioni geologiche della zona – e Judy Chicago – la grande artista americana che presenterà una delle sue “sculture di fumo” pensata per l’occasione. E poi ancora Xaviera Simmons, Vivian Suter e Oscar Murillo (co-vincitore del Turner Prize nel 2019): autori diversi per provenienza e formazione, chiamati a offrire il loro punto di vista sulla storia e sulla potenza immaginifica di questo luogo millenario.

[Immagine in apertura: Desert X installation view, John Gerrard, Western Flag (Spindletop, Texas) 2017, 2017-2019, photo by Lance Gerber, courtesy of Desert X]