Guccini è il tempo. È la sua vera ossessione, la grammatica che detta implacabile lo sviluppo dei suoi versi. Un nuovo libro lo ribadisce, raccogliendo un ricco corpo di fotografie ispirate ai luoghi narrati nelle canzoni dell'artista modenese.
“Negli angoli di casa cerchi il mondo. Nei libri e nei poeti cerchi te. Ma il tuo poeta muore e l’alba non vedrà. E dove corre il tempo chi lo sa?”. Come scrive Gino Castaldo nelle pagine introduttive al libro in questione, di qualsiasi cosa parli Francesco Guccini parla del tempo. Memorie. Incontri. Radici. Storie. Nelle sue canzoni il vero impulso alla narrazione arriva dallo scorrere implacabile delle lancette, che segnano secondi, minuti, ore, giorni di vita che avanza (lasciandosi dietro che cosa?).
Il nuovo volume fotografico della casa editrice Jaca Book si sofferma su questo aspetto. E lo fa in maniera curiosa, di certo inedita. Ovvero lasciando spazio alle immagini, più che alle parole (nonostante il soggetto di riferimento sia uno dei parolieri più noti della canzone italiana).
Ideato da Marco Finazzi e Daria Addabbo, il libro – dal titolo Un altro giorno è andato – è un viaggio all’interno dei luoghi cantati da Guccini nel corso della sua carriera. Un viaggio per immagini cominciato più di dieci anni fa lungo la via Emilia, quando alla stessa Addabbo venne in mentre di immortalare i luoghi (poetici e reali) descritti dal cantautore modenese nei suoi brani.
Divise in quattro capitoli (quattro come le stagioni, appunto), le fotografie si riferiscono a specifiche citazioni, debitamente riportate di fianco agli scatti. Da quali canzoni esse siano tratte non è dato sapere. Ciò che conta è la visione: un insieme di fotogrammi che invitano l’osservatore a riflettere sul tempo della vita che modifica, fagocita, travolge, lascia tracce, memoria e sedimenti.
[Immagine in apertura: Maremma, 2013. Piccola Città di Francesco Guccini. Autore della foto Daria Addabbo. International © 2021 by Editoriale Jaca Book Srl, Milano]