L’affascinante storia del Monte Verità di Ascona tra arte e utopia

15 Marzo 2021

Esercizio di euritmia sul Monte Verità, 1904. Courtesy Fondazione Monte Verità e Fondo Harald Szeemann

Parlare della nuova stagione artistica del Monte Verità senza un preambolo sulla sua storia non rende giustizia a un luogo per certi aspetti mitologico della cultura europea. Siamo negli anni a cavallo tra Otto e Novecento: in un clima di grande fermento e rivolgimenti economici e sociali, un gruppo di intellettuali del tempo trova nella regione del Ticino, in Svizzera, terreno fertile in cui piantare i “semi” di una nuova utopia.

In fuga da un mondo sempre più industrializzato, è qui, sul monte Monescia (sopra Ascona), che Henry Oedenkoven, Ida Hofmann, Gusto Gräser e il fratello Karl iniziano a fare del luogo una meta sacra: un posto fuori dal tempo e dallo spazio nel quale far convivere natura, arte e ricerca spirituale.

IL MONTE VERITÀ IERI E OGGI

Nel corso del tempo la fama e il numero delle figure accolte in questa sorta di “colonia” artistica si amplia e coinvolge sempre più persone: la ballerina Isadora Duncan e gli artisti Hugo Ball e Hans Arp sono tra i frequentatori eccellenti di questo “santuario” in mezzo al verde, governato nel segno dell’arte e dell’autarchia. Acquistato da un noto barone nel 1926, il Monte Verità inizia una nuova stagione fortemente plasmata dagli ideali del Bauhaus: la costruzione di un albergo progettato da Emil Fahrenkamp cattura le attenzioni di maestri della scena tedesca come Walter Gropius, Josef Albers e Moholy-Nagy, sedotti e affascinati dal magnetismo del luogo.

A quasi un secolo da quegli eventi, il Monte Verità è oggi un posto poliedrico e multidisciplinare, che fa della trasversalità la sua arma vincente: albergo, meta di ristoro e centro culturale, il complesso è ancora riconosciuto come un’eccezione del panorama artistico europeo. Un’isola felice, forse meno “anticonvenzionale” di un tempo, ma ancora orientata ai temi dell’arte, della letteratura, della filosofia e dell’attualità.

LA RIAPERTURA DEL MONTE VERITÀ

Dopo i mesi di chiusura segnati dalla pandemia, e nonostante le molte incognite che dominano il nostro presente, il Monte Verità di Ascona si prepara a riaprire le sue porte al pubblico con una serie di eventi strettamente legati alla storia e alla natura del contesto. La prima data da segnare in agenda è il 1° aprile, quando lo spazio darà il benvenuto ai visitatori con il Chiaro mondo dei beati, il grande polittico di Elisàr von Kupffer esposto nel Padiglione Elisarion. Il “ritorno” della grande tela, emblema della ricerca poetica del suo autore, sarà seguito a maggio dalla rassegna Giardini in Arte, metafora eccellente del rapporto tra arte e paesaggio che da sempre caratterizza il complesso. Protagonisti della kermesse saranno quest’anno quattro artisti italiani e svizzeri: Francesca Gagliardi, Marco Cordero, Johanna Gschwend e Moritz Hossli, invitati a presentare una serie di opere realizzate durante la residenza nell’estate dello scorso anno.

Nello stesso mese, i riflettori si sposteranno invece sulla ricerca di uno degli artisti più rappresentativi del nostro tempo: Michelangelo Pistoletto, protagonista di un nuovo “capitolo” del Terzo Paradiso, il progetto itinerante che suggella la connessione tra artificio e natura. Con l’arrivo dell’estate, a confrontarsi con la storia del Monte Verità saranno invece Fabrizio Dusi – autore che spazia dal linguaggio della scultura a quello del neon – e il leggendario Cabaret Voltaire – quest’ultimo invitato per un fine settimana nel segno della performance, del teatro e della sperimentazione Dada.

L’OMAGGIO A JOSEPH BEUYS (E MOLTO ALTRO)

Il programma 2021 comprenderà infine una serie di appuntamenti di riflessione e di approfondimento, in presenza e online: dall’omaggio a Joseph Beuys (protagonista nel centenario della sua nascita) agli incontri con la baronessa di Saint-Léger, Olga Fröbe-Kapteyn e Charlotte Bara, figure femminili di Casa Anatta. Insomma, una costellazione di eventi vari e diversificati, che dimostra la vivacità di un luogo secolare eppure sempre aperto – oggi come ieri – agli stimoli del tempo.

[Immagine in apertura: Esercizio di euritmia sul Monte Verità, 1904. Al centro, Raphael Friedeberg (con cappello), poi da s. a d. Henri Oedenkoven e Ida Hofmann, Anni Pracht, Cornelius Gabes Gouba e Mimi Sohr. Sullo sfondo, Casa Selma. Courtesy Fondazione Monte Verità e Fondo Harald Szeemann]