Nell'immaginario collettivo, il Sessantotto rappresenta per la storia politica e sociale occidentale un punto di rottura. Ma fu così anche nell'arte? Il nuovo libro pubblicato da SilvanaEditoriale si sofferma sulla questione, offrendo una serie di riflessioni sui protagonisti della scena culturale di quell'anno turbolento.
È lecito parlare di un’arte del Sessantotto? Esistono, cioè, fenomeni artistici ascrivibili a pieno titolo a quella costellazione di eventi che va sotto il nome di Sessantotto? Sin dall’epoca ci si interroga molto su questi argomenti, e – a oltre cinquant’anni di distanza – tali domande riecheggiano ancora senza una chiara risposta.
Prova a fare ordine sulla questione il nuovo volume di SilvanaEditoriale 1968. Un anno – Architettura, arte, design, fotografia e moda dagli archivi dello CSAC dell’Università di Parma, il grande catalogo a cura di Francesca Zanella che ripercorre idee, utopie, opere, progetti e oggetti datati o correlati a quel periodo.
Nato in occasione dell’omonima mostra organizzata dal Centro Studi e Archivio della Comunicazione dell’Università di Parma, il libro (nell’immagine in apertura un dettaglio della copertina) vuole far emergere le trasformazioni nel sistema della comunicazione, i mutamenti socio-antropologici e la nuova riflessione sul corpo e sull’ambiente che esplosero in quell’anno. Fra i temi indagati figurano così la sperimentazione artistica e i reportage di cronaca, la fotografia e la cultura beat, la comunicazione radio televisiva e il cinema, lo spazio dell’abitare e le nuove infrastrutture.
Tanti i nomi di artisti che compaiono fra le pagine della pubblicazione, debitamente affiancati da immagini a colori e approfondimenti critici: Emilio Vedova, Mario Schifano e Fabrizio Plessi sono solo alcuni dei protagonisti di quel periodo, così come lo fu la mostra sulla neonata Arte Povera curata da Germano Celant alla Galleria de’ Foscherari di Bologna – tappa fondamentale per la successiva Arte Povera – Più Azioni Povere negli Arsenali di Amalfi. Un tuffo all’interno di uno dei periodi più complessi, contraddittori, e ancora largamente discussi, della nostra storia recente.