La “Divina Commedia” di Dante Alighieri si prepara a battere un nuovo traguardo. L'opera simbolo della letteratura italiana sarà infatti liberata nello spazio, fluttuando nell'universo come testimonianza dell'ingegno umano. L'iniziativa è promossa dalla casa editrice Scripta Maneant.
Il senso più profondo della Divina Commedia si potrebbe semplificare così: il grande capolavoro scritto da Dante Alighieri nel primo ventennio del 1300 rappresenta il tentativo di un uomo di ottenere la propria salvezza. In questo cammino di redenzione, il cielo è descritto (non soltanto allegoricamente) come la via di salita verso Dio. L’intero racconto dantesco, non a caso, è disseminato di riferimenti agli astri e alla volta celeste: l’universo che il Sommo Poeta immagina e racconta suscita un senso d’immensità, e con la sua regolarità suggerisce un ordine superiore con il quale confrontarsi e del quale avere rispetto.
Sembra per questo assai simbolica la decisione, da parte della casa editrice Scripta Maneant, di inviare una copia del poema dantesco addirittura nello Spazio. Succederà il prossimo ottobre, quando la missione ISS-Expedition 66 porterà a bordo della sua navicella una speciale (e preziosissima) copia della Commedia, liberandola nel vuoto a testimonianza dei traguardi raggiungi dall’uomo nell’ambito della scrittura.
Pensata in collaborazione con Human Space Services in occasione dei 700 anni dalla scomparsa di Dante Alighieri, l’iniziativa avrà il suo prosieguo anche sulla Terra. Oltre a lasciar fluttuare nel cosmo l’esemplare “zero” dell’opera (incisa su foglio in titanio e oro), la casa editrice pubblicherà in edizione limitata una copia gemella del libro, con le firme dei cosmonauti coinvolti nella missione. Il volume (riprodotto in settecento esemplari certificati) includerà gli autorevoli commenti di Emilio Pasquini, Giuseppe Ledda e Giancarlo Benevolo, oltre ai disegni di Federico Zuccari.
[Immagine in apertura: courtesy Scripta Maneant Editore]