Ancora una sorprendente scoperta in Egitto: da un pozzo in un sito sacro a Saqqara, a undici metri di profondità, sono stati riportati alla luce 27 sarcofagi in buone condizioni di conservazione. Sarebbero rimasti sepolti per oltre 2500 anni.
Sono trascorsi solo pochi mesi dall’ultima volta in cui il sito archeologico di Saqqara, in Egitto, ha conquistato l’attenzione mediatica internazionale grazie alla notizia di un importante ritrovamento, esito delle ricerche coordinate dall’Università di Tubinga. Eppure, in questi giorni, ancora una volta la “tentacolare città dei morti” è tornata alla ribalta, offrendo un’ulteriore conferma del suo alto rilievo storico.
Ben ventisette sarcofagi, sepolti da oltre 2500 anni, sono stati infatti portati alla luce dagli archeologi nell’antica necropoli egizia. La scoperta ha avuto luogo a una profondità di più di dieci metri all’interno di un pozzo, riportato alla luce in un sito sacro di Saqqara. Rimbalzato rapidamente sui media internazionali, l’annuncio si riferisce a un duplice ritrovamento: inizialmente, infatti, gli studiosi si sono imbattuti in tredici sarcofagi, cui sono seguiti ulteriori quattordici esemplari.
Come confermato dopo la visita in loco del Ministro delle Antichità dell’Egitto, giunto sul posto per accertarsi in prima persona dell’entità del ritrovamento e per ringraziare i tecnici che hanno condotto a termine l’operazione nonostante le restrizioni legate alla pandemia, la scoperta si qualificherebbe tra le più significative di questa natura. In attesa delle successive indagini e ricerche, le immagini ufficiali diffuse dalle autorità egiziane mostrano il buono stato di conservazione delle bare, decorate e dipinte con colori vivaci, nonché corredate da manufatti di dimensioni più contenute. I sarcofagi, inoltre, non sarebbero mai stati aperti, circostanza che ne accresce l’interesse e la curiosità.
La scoperta di Saqqara avviene in una fase di particolare fermento nel processo per il rilancio dell’Egitto come meta culturale. Nonostante una serie di rallentamenti e le difficoltà connesse all’emergenza sanitaria, il Paese si sta infatti preparando all’apertura del nuovo GEM – Grand Egyptian Museum. Più volte annunciata, e altrettante volte posticipata, potrebbe rappresentare l’avvio di una fase nuova: il progetto in corso porterà alla nascita di un complesso museale che non appare azzardato definire “faraonico”. Basti pensare che, una volta ultimato, consentirà ai visitatori di ammirare i preziosissimi tesori che componevano la tomba di Tutankhamon in una sezione riservata di circa 7000 metri quadrati.
[Immagine in apertura: Photo by Ricardo Gomez Angel on Unsplash]