Versi poetici e immagini per narrare la bellezza e le contraddizioni dell’Italia

3 Dicembre 2020

Andreas Achenbach, Tramonto dopo la tempesta sulla costa della Sicilia, 1853. New York, Metropolitan Museum of Art (Heritage Images:Heritage Art:akg-images)

Un poeta e uno storico dell’arte si incontrano con un obiettivo: disegnare la “silhouette” di un Paese tanto straordinario quanto indecifrabile: l’Italia. Non è l’inizio di una novella dal sapore romantico, quanto piuttosto ciò che realmente accaduto per la stesura del nuovo volume recentemente pubblicato dalla casa editrice Treccani: un racconto fatto di immagini e parole, pensato per offrire al lettore un vero e proprio viaggio nelle meraviglie (e nelle contraddizioni) della nostra penisola.

Frutto dell’amicizia e del lavoro congiunto fra Tomaso Montanari e Franco Marcoaldi – rispettivamente professore di Storia dell’arte moderna presso l’Università per stranieri di Siena e poeta riconosciuto –, il libro si presenta in una veste calda ed evocativa, a partire dal nome: Cento luoghi di-versi, un titolo che ne racchiude bene le intenzioni, esprimendo già in partenza i presupposti lirici e contemplativi alla base del lavoro.

UN VIAGGIO IN ITALIA

Sfogliando le oltre 230 pagine del volume, cento fotografie, dipinti e immagini del Belpaese si accompagnano ad altrettante poesie: parole e figure si rincorrono vertiginosamente, conducendo il lettore in un percorso che trascende i confini del tempo e della geografia. La selezione del materiale offerto è infatti del tutto arbitraria: nulla di enciclopedico né di esaustivo: versi e riferimenti iconografici si intrecciano per analogia e giustapposizione, evocando pensieri e piaceri a seconda della sensibilità e dell’esperienza di chi li riceve.

Dal breve componimento di Toti Scialoja affiancato a una foto in bianco e nero di Umberto di Savoia, ai versi di Franco Fortini posti a lato di una immagine di Sophia Loren nei panni della Monaca di Monza; dai pensieri sussurrati da Alfonso Gatto in Sera di Versilia alle parole “notturne”di Sandro Penna, straordinariamente in armonia con le vedute celestiali della Cappella degli Scrovegni di Giotto. E poi ancora le canzoni di Francesco Guccini, Fabrizio De André e Pino Daniele, le periferie immortalate da Antonio Di Cecco e i paesaggi italiani dipinti da pittori “forestieri” come Nicolas De Staël e Claude Monet. Cento “fotogrammi” di luoghi simbolici, fisici e mentali, raccontati evitando stereotipi e insipidi cliché. Per una riscoperta personale e profonda di un territorio, diciamolo pure, senza eguali.

LE PAROLE DI TOMASO MONTANARI

L’idea”, scrive Montanari nell’introduzione al volume, “è che il lettore si trasformi in un viaggiatore: metaforicamente, intanto. Usando la poltrona, il letto, il divano (o, ancor meglio, il prato), su cui leggerà, come una nave o una bicicletta, un tram o un treno: un tappeto volante che lo riporti nei luoghi che conosce, e che qua torna a conoscere, o invece che lo catapulti in quelli che mai ha visitato. E poi, potendo, che intraprenda un viaggio anche fuori di metafora: prendendo questo strano libro come una guida, un itinerario, un singolarissimo Baedeker. Che forse serve a perdersi, più che a orientarsi”.

[Immagine in apertura: pag. 188 del volume Cento luoghi di-versi. Un viaggio in Italia. Andreas Achenbach, Tramonto dopo la tempesta sulla costa della Sicilia, 1853. New York, Metropolitan Museum of Art (Heritage Images/Heritage Art/akg-images)]