Nata come nobile dimora, su progetto dell'architetto Giuseppe Piermarini, dopo un'importante campagna di restauro e di valorizzazione la Villa Reale di Monza negli ultimi anni si è aperta alla cultura, ospitando mostre, eventi privati e altri iniziative. Un processo che oggi subisce una brusca battuta d'arresto.
Progettata dall’architetto Giuseppe Piermarini su incarico dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria, desiderosa di assicurare al figlio Ferdinando d’Asburgo, governatore generale della Lombardia austriaca, una residenza estiva, la Villa Reale di Monza costituisce uno dei più apprezzati e rilevanti esempi di architettura in stile neoclassico in Italia. Immersa in un parco altrettanto straordinario, che include sontuosi giardini oggi impreziositi da alberi ultrasecolari, la Reggia, com’è anche chiamata, ha conosciuto fasi alterne nel corso della sua storia. Prima del recente recupero, che l’ha sottratta a decenni di decadimento e abbandono e ha posto le basi per la sua “rinascita” come sede espositiva, non sono infatti mancati i momenti di difficoltà, tra incuria e abbandono.
Tuttavia il processo avviato negli ultimi anni, a quanto si apprende da fonti di stampa, avrebbe subito una drastica battuta d’arresto: le prossime mostre in programma sarebbero state cancellate, le utenze staccate e gli arredi, appositamente progettati per il piano terra dello storico immobile, dovrebbero essere prossimamente messi all’asta. Risulterebbe così interrotta, in anticipo sulla scadenza prevista, la concessione relativa alla gestione degli spazi della dimora e del parco, per la cui valorizzazione si è costituito nel 2009 un consorzio che riunisce le istituzioni proprietarie delle varie sezioni del complesso.
Bisognerà dunque attendere le prossime settimane per iniziare a capire quale destino attende nel prossimo futuro la Villa Reale di Monza, già sede nel corso del Novecento di ben 43 edizioni della Mostra Internazionale dell’arredamento. Più recente è invece la sua apertura all’arte contemporanea, via via consolidatasi grazie ai progetti espositivi, anche di respiro globale, che si sono susseguiti nel corso degli ultimi anni. In particolare, la Villa ha legato la propria reputazione alla grande fotografia internazionale, accogliendo personali o antologiche di riconosciuti maestri dello scatto come Steve McCurry o Kazuyoshi Nomachi, fino ad arrivare a Giovanni Gastel e a Henri-Cartier-Bresson. In ordine di tempo, l’ultima mostra ospitata è stata Giappone. Terra di geisha e samurai, interrotta dallo scoppio della pandemia.
[Immagine in apertura: Foto di Riccardo Bresciani da Pexels]