La Ministra della Cultura francese Roselyne Bachelot ha confermato l'intenzione di restituire ai legittimi proprietari un dipinto di Gustav Klimt trafugato dai nazisti. Una decisione storica, che aggiunge nuove riflessioni al tema delle spoliazioni dei tesori d'arte durante la Seconda Guerra Mondiale.
Il tema dei beni trafugati durante la Shoah, e più in generale nel corso della Seconda Guerra Mondiale, è argomento ancora oggi di forte discussione. Prova ne è la storica richiesta di rimpatrio avanzata due anni fa dal direttore della Galleria degli Uffizi Eike Schmidt, che, senza troppi giri di parole, definì il quadro Vaso di fiori di Jan van Huysum “rubato” dall’esercito tedesco nel 1940. Insomma, anche nel mondo dell’arte le ferite causate dal terrore nazista non sono ancora rimarginate, e se da una parte c’è chi preferisce non vederle per evitare di privarsi di pezzi unici conservati nelle proprie collezioni, dall’altra c’è chi prova a intervenire, restituendo a Cesare quel che è di Cesare…
È di queste ore la notizia che la Francia intende riconsegnare a una famiglia ebraica vittima dell’Olocausto il preziosissimo quadro di Gustav Klimt Rose sotto gli alberi, splendido paesaggio bucolico del 1905. Dipinta su tela e grande circa un metro per un metro, l’opera (l’unica di proprietà della Francia realizzata dal pittore viennese) venne confiscata nel 1938 a Nora Stiasny, vittima innocente della furia nazista.
Secondo l’annuncio della Ministra della Cultura francese Roselyne Bachelot, la tela (attualmente conservata al Museo d’Orsay) sarà restituita ai discendenti della donna austriaca non appena possibile (è già in lavorazione un progetto di legge al fine di rendere il trasferimento dell’opera legale). Che la decisione sia di esempio anche per altri Paesi, affinché i tesori d’arte sottratti durante le spoliazioni naziste possano tornare ai legittimi proprietari?
[Immagine in apertura: Gustav Klimt (1862-1918), Rosiers sous les arbres. Vers 1905. Huile sur toile H.110 ; L.110 cm © RMN-Grand Palais (Musée d’Orsay) / Patrice Schmidt]