Primo architetto italiano a essere insignito del prestigioso Pritzker Prize, Aldo Rossi si è distinto nel panorama architettonico come teorico, autore, docente, oltre che nel ruolo di progettista. Ad analizzare la sua poliedrica attività è la retrospettiva in apertura al MAXXI di Roma il 10 marzo prossimo.
A due anni di distanza dalla retrospettiva Gio Ponti. Amare l’architettura, con cui il MAXXI di Roma ha tributato un sentito omaggio al poliedrico progettista, un altro maestro dell’architettura italiana sta per essere celebrato dall’istituzione capitolina. Al via il 10 marzo, Aldo Rossi. L’architetto e le città è la grande mostra che il MAXXI dedica all’influente e visionario progettista milanese.
Primo architetto italiano a essere insignito del Pritzker Architecture Prize, che gli venne conferito nel 1990, Aldo Rossi si è distinto nel panorama internazionale come intellettuale, teorico, studioso, autore, docente, oltre che come progettista. Scomparso nel 1997, ha dedicato gran parte della sua attività di ricerca al tema della città, non a caso posto al centro della retrospettiva del MAXXI, come anticipato dal curatore, Alberto Ferlenga: “Sono le città le protagoniste di questa mostra su Aldo Rossi, osservate e confuse tra loro dalla sensibilità del poeta e dalla profondità dello studioso unite in una figura che ha attraversato in modo del tutto singolare il panorama architettonico internazionale“.
Visitabile fino al 17 ottobre e affiancata da un ricco palinsesto di incontri, dibattiti e iniziative anche in streaming, che sarà aperto dal talk di venerdì 12 marzo con Maristella Casciato, Chiara Spangaro e Margherita Guccione, Aldo Rossi. L’architetto e le città riunisce oltre 800 tra disegni, schizzi, appunti, lettere, fotografie, modelli, documenti del progettista milanese. Un poderoso corpus di opere, necessario per ricostruire e restituire la complessità del pensiero e della ricerca di Rossi, nonché la varietà della sua produzione. Si tratta di materiali provenienti dall’archivio di Aldo Rossi, conservato nella Collezione MAXXI Architettura, e dalla Fondazione Aldo Rossi, cui si sommano i prestiti dello IUAV di Venezia ‒ Archivio Progetti, del Deutsches Architektur Museum di Francoforte e del Bonnefantenmuseum di Maastricht.
Due le sezioni espositive, entrambe allestite nella Galleria 2 del MAXXI, accompagnate da tre focus tematici, rispettivamente dedicati alla formazione, al Cimitero di San Cataldo a Modena e al Teatro del Mondo realizzato a Venezia. Il primo capitolo della mostra si concentra sull’attività di Rossi in Italia, analizzata attraverso i progetti per i teatri Carlo Felice di Genova e La Fenice di Venezia, per la piazza di Fontivegge di Perugia e per l’edificio “Gallaratese”, a Milano, incluso nel complesso progettato dal suo fraterno amico Carlo Aymonino. L’attenzione si sposta quindi sul contesto internazionale, con la descrizione, fra gli altri interventi selezionati, del Bonnefantenmuseum di Maastricht, il più importante museo costruito da Rossi.
Rilevante, infine, il contributo della fotografia nel percorso della mostra Aldo Rossi. L’architetto e le città. Vengono infatti esposte le fotografie con cui grandi autori dell’arte dello scatto hanno indagato il linguaggio architettonico di Rossi: da Luigi Ghirri a Gabriele Basilico, da Giovanni Chiaramonte a Ugo Mulas, fino a Mario Carrieri, Stefano Topuntoli, Antonio Martinelli, Marco Introini, per citarne solo alcuni.
[Aldo Rossi, Fantasia architettonica con elementi del cimitero di San Cataldo a Modena, della scuola di Broni e di altri progetti, s.d. copia, penna, acquerelli colorati su carta. Collezione MAXXI Architettura. Archivio Aldo Rossi © Eredi Aldo Rossi]