Il Labirinto della Masone, in provincia di Parma, noto per il suo dedalo di piante di bambù esteso su oltre sette ettari, ospiterà un percorso immersivo sul tema del labirinto. Un progetto multimediale dedicato alla leggendaria costruzione architettonica che da sempre affascina l’uomo.
Il grande Labirinto della Masone diventa un “metalabirinto”. Dal 22 maggio, il parco culturale nato da un’idea dell’editore e collezionista Franco Maria Ricci, e da una promessa da lui fatta allo scrittore argentino Jorge Luis Borges, ospiterà un percorso multimediale dedicato a un simbolo dalla storia millenaria dai molteplici significati psicologici ed esoterici.
Inserita nel programma di Parma Capitale italiana della Cultura 2020+21, la mostra Umberto Eco, Franco Maria Ricci. Labirinti: storia di un segno approfondisce un tema caro a Ricci e oggetto di ricerca per numerosi intellettuali e artisti nell’arco dei secoli, attraverso l’alternanza di opere d’arte e innovativi allestimenti multimediali realizzati dal pluripremiato studio NEO.
Il percorso espositivo si svilupperà per aree tematiche, mantenendo un legame con la vita e gli interessi culturali di Franco Maria Ricci e occupando le quattro sale del palazzo, posto al centro di un dedalo formato da oltre 200mila piante di bambù. La prima sezione sarà dedicata a Umberto Eco, che ha studiato a lungo il labirinto dal punto di vista semiotico – un suo libro di studi storici su segno e interpretazione si intitola proprio Dall’albero al labirinto – e l’ha utilizzato come metafora nella sua produzione narrativa. Qui, la voce e le parole del grande studioso guideranno i visitatori in un percorso di specchi.
Negli ambienti successivi si vedrà come il labirinto sia stato, e sia tuttora, fonte di ispirazione per gli artisti e protagonista di una vastissima iconografia. All’approfondimento storico condotto con mezzi diversi nelle sale centrali – tra installazioni immersive e prestiti importanti come il Ritratto di Bartolomeo Prati di Girolamo Mazzola Bedoli o il codice illustrato di Lelio Pittoni – seguirà un focus sul contemporaneo, con le opere della serie Labirinti di Giovanni Soccol. Un progetto aperto al pubblico fino al prossimo 26 settembre.
[Immagine in apertura: Lelio Pittoni, Labirinti multiviari, 1611]