La ricerca di Valerio Berruti è un omaggio all’infanzia, al mondo dei sogni e dell’innocenza. L'artista è in mostra alla Galleria Cracco di Milano, con un'installazione site specific dedicata alla “luce” e al ritorno alla vita dopo la pandemia.
Nato da un’idea dello chef Carlo Cracco insieme all’agenzia di comunicazione Paridevitale e a Sky Arte, il progetto Galleria Cracco ha come obiettivo avvicinare il grande pubblico all’arte contemporanea, stabilendo un dialogo tra creatività, design e cibo. Dopo gli interventi degli scorsi anni dedicati a Patrick Tuttofuoco, MASBEDO, Goldschmied & Chiari e Giovanni Ozzola, il celebre ristorante situato in Galleria Vittorio Emanuele II, a Milano, torna con un nuovo progetto site specific. Questa volta ispirato all’arte “fanciullesca” di Valerio Berruti.
Titolo dell’installazione (fruibile da martedì 8 giugno fino a ottobre 2021) è Credere nella luce, espressione che rimanda alle criticità dell’emergenza sanitaria vissuta, invitando il pubblico ad avere fiducia nel domani, scegliendo la luce come simbolo di rinascita e speranza.
Protagoniste dell’allestimento sono tre sagome minimali ispirate al mondo dell’infanzia, cifra stilistica consolidata nella ricerca dell’artista piemontese – attivissimo durante i mesi di lockdown e recentemente in mostra presso la Reggia di Venaria. Le silhouette delle bambine, collocate nelle tre vetrine-lunette del ristorante, comunicano un senso di pausa e tranquillità, invitando il pubblico a recuperare la serenità e ad accogliere la vita dopo la pandemia.
“Sono molto felice dell’invito a realizzare un’installazione site specific in questo luogo simbolo dell’alta gastronomia italiana”, ha dichiarato Berruti. “La Galleria Vittorio Emanuele II è al contempo un punto di transito e una meta turistica internazionale, uno degli spazi in cui recarsi per fare acquisti, godere della cucina di Carlo Cracco, ma anche per ammirare uno straordinario esempio di stile neorinascimentale. Reputo che non si debba dimenticare alcuna lezione imparata in questo ultimo anno, ma al contempo penso che sia necessario tornare a ‘credere nella luce’”.