Il Mezzogiorno contadino di Domenico Notarangelo al MAXXI

È dedicata al fotografo Domenico Notarangelo, scomparso nel 2016, la mostra in corso al MAXXI di Roma fino al prossimo 3 settembre. Esposte 44 fotografie che ripercorrono i cinquant’anni di carriera e appassionata ricerca sociale che Notarangelo ha svolto nei luoghi in cui è nato e in cui ha vissuto, in Puglia e Basilicata. LA MOSTRA DI DOMENICO NOTARANGELO AL MAXXI Prima ancora che fotografo, Notarangelo è stato un giornalista e un dirigente politico pugliese. Anche per questo i suoi scatti restituiscono un ritratto della civiltà rurale del Sud Italia, erede di una cultura rupestre che osservando la morfologia della natura ha messo a punto utensili, mobili, abitazioni e intere città che dialogano rispettosamente e armoniosamente con il contesto. L’obiettivo di Notarangelo è stato quello di raccontare il territorio e i suoi abitanti, e in particolare gli “invisibili”, ultimo baluardo di quella sapienza rurale che è stata in grado di costruire valore e ricchezza sostenibile, consegnando alle generazioni future un mondo ancora fertile. IL SUD ITALIA METAFISICO DI DOMENICO NOTARANGELO Curata da Francesco Cascino, con la direzione artistica di Giuseppe Decio Notarangelo e il sostegno della Fondazione Pino Pascali, Domenico Notarangelo – Era come entrare nelle cose. Fotografie della civiltà rupestre è un viaggio intenso in un Sud Italia autentico, ma al tempo stesso quasi magico, metafisico. Una narrazione che trascende la retorica del riscatto del meridione, e pone l’accento sulla preziosità di una cultura tanto sottovalutata quanto vitale. Oltre agli scatti, in mostra anche un mediometraggio del regista Francesco Dongiovanni su uno dei riti apotropaici del Sud Italia, indagato da Notarangelo nella sua prima pubblicazione, Il Maggio di Accettura (1975). [Immagine in apertura: Domenico Notarangelo, Donna alla finestra. Selezione MAXXI]