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Il plurale di Civiltà

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Martin Parr, Common Sense (c) Martin Parr - Magnum Photos

Martin Parr. Short & Sweet.

Aerial view of a DC-4 passenger plane flying over midtown Manhattan, New York City, New York, 1939 (c) Margaret Bourke-White/The LIFE Picture Collection/Shutterstock

Margaret Bourke-White. L'opera 1930-1960

Fulvio Roiter, Gubbio, 1954; credits Archivio Fulvio Roiter

Fulvio Roiter - Umbria, una storia d’amore

Mario Testino, Kenya, 2023, Fotografia, 120x180 cm (c) Mario Testino

Mario Testino – A Beautiful World

Vincent Peters, Monica Bellucci, Biarritz, 2006 (c) Vincent Peters

Vincent Peters. Timeless Time

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Fotografia | Sky Arte

Paris Photo 2023, Grand Palais Ephemere (c) Florent Drillon

Dal 7 al 10 novembre il Grand Palais di Parigi torna a ospitare "Paris Photo", la più grande fiera internazionale di fotografia in Francia. Tra le novità di questa edizione anche una sezione a cura del regista Jim Jarmusch, un tributo ai cento anni del Surrealismo e un nuovo settore dedicato alle maggiori personalità del mondo dell’arte.

La più importante fiera di fotografia francese sarà curata dal grande regista Jim Jarmusch

Silvia Camporesi, Studio per Ofelia fiori

Torna con ben 13 rassegne il "SI FEST", il festival di fotografia di Savignano sul Rubicone giunto alla sua 33esima edizione. Con il tema “Atlas”, la kermesse approfondisce il tema dell’archivio visuale, ispirandosi a "Mnemosyne", l’atlante di immagini dello storico dell'arte tedesco Aby Warburg.

Con 13 mostre Savignano sul Rubicone diventa "capitale della fotografia"

Basilico – L‘infinito è là in fondo

Basilico – L‘infinito è là in fondoLunedì 16 settembre – ore 21:15

L’infinito negli scatti di Gabriele Basilico

Essential life (popolo Nenets), Russia 2021 (c) Valter Bernardeschi

A Firenze, Palazzo Medici Riccardi presenta una retrospettiva dedicata al fotografo toscano Valter Bernardeschi, che in quasi mezzo secolo di carriera ha raccontato il mondo animale, le popolazioni indigene e i paesaggi incontaminati di tutto il mondo, indagando il rapporto tra uomo e natura.

Nel cuore di Firenze una mostra di fotografia naturalistica

Vivian Maier, Chicago, IL, n.d., Gelatin silver print, 2014 (c) Estate of Vivian Maier, Courtesy of Maloof Collection and Howard Greenberg Gallery, NY

Alla Reggia di Monza si prepara a inaugurare, il 17 ottobre, la più grande retrospettiva dedicata all’iconica fotografa statunitense Vivian Maier. Attraverso oltre 200 scatti in bianco e nero e a colori, la mostra ripercorrerà l’intera carriera dell’artista, riscoperta dalla critica soltanto dopo la sua morte.

In Italia le foto mai viste di Vivian Maier

Fatimah Hossaini, Pearl In The Oyster 11, 2019

L’<a href="https://arte.sky.it/news/teramo-one-flag-arte-pubblica" target="_blank">integrazione</a>, i diritti civili, le complessità dei fenomeni migratori e lo scambio con culture ed etnie di parti del mondo geograficamente distanti, eppure sempre più prossime al nostro vivere quotidiano; sono tutti i temi al centro di un’intrigante mostra fotografica che porta un titolo fortemente simbolico: "Transiti". Visitabile per una settimana, dall'8 al 15 settembre, nell’incantevole cornice degli Orti Periurbani di Ceglie Messapica, in provincia di Brindisi, la rassegna curata da Patrizia Staffiero ed Enrico Gabriele Rollo presenta circa cinquanta immagini a opera di quattro fotografi internazionali, portando sotto gli occhi degli osservatori l’esperienza umana profondamente connessa alle grandi problematiche dei nostri giorni.Il nucleo espositivo principale è costituito dal progetto "NoWay!" del fotografo catanese <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-milano-fabrizio-spucches-pandemia-scalo-lambrate" target="_blank">Fabrizio Spucches</a>, che attraverso il suo obiettivo ha scelto di documentare la traversata del Mediterraneo effettuata dai migranti diretti nel nostro Paese, suddividendola in tre momenti salienti: Inferno, Purgatorio e Paradiso. Sempre in materia di <a href="https://arte.sky.it/news/land-art-saype-migranti-zurigo" target="_blank">migrazioni</a>, le delicate foto in bianco e nero di Enri Canaj sono il frutto di un lavoro durato otto anni, dedicati a rappresentare i vari aspetti del tema attraverso tredici Paesi in tre continenti diversi. A chiusura del percorso troviamo poi le immagini proposte dalla fotografa afghana Fatimah Hossaini, autrice del libro "Beauty Amid War - Resilience", che portano alla luce le difficoltà e la bellezza della vita quotidiana per le donne del Paese orientale, e le struggenti fotografie del francese Guillaume Herbaut, autore nell’ultimo decennio di numerosi reportage dal fronte ucraino, ora raccolti nel libro “Ucraina – Una storia dolorosa”.Attraverso il racconto di temi cruciali come quello dei diritti civili negati e della sensibilizzazione culturale, le fotografie esposte documentano le incredibili sfide affrontate dai migranti e dalle minoranze, celebrando al tempo stesso la forza e la capacità umane di resistere alle avversità. L'allestimento della mostra nello spazio suggestivo degli Orti Periurbani del Comune pugliese è studiato per creare un'esperienza coinvolgente, che consente ai visitatori di ammirare le riproduzioni in grande formato degli scatti in esposizione anche dall’alto della struttura. Affiancata da un progetto parallelo, che presenta i traguardi fotografici degli studenti dell'Accademia di Belle Arti di Lecce esposti presso il MAAC - Museo Archeologico e dell’Arte Contemporanea di Ceglie, "Transiti" stabilisce con il pubblico un dialogo significativo tra diverse culture ed esperienze umane, sfruttando a pieno il potenziale educativo dell’arte per promuovere i valori di tolleranza e integrazione.

Fabrizio Spucches, NoWay!, Campagna Europa (Estesa), 2024

Fabrizio Spucches, NoWay, Campagna Europa (Estesa), 2024

Fabrizio Spucches, NoWay!, Oro 05, 2024

Fabrizio Spucches, NoWay, Oro 05, 2024

Fabrizio Spucches, NoWay!, Oro 10, 2024

Fabrizio Spucches, NoWay, Oro 10, 2024

Fabrizio Spucches, NoWay!, Oro 15, 2024

Fabrizio Spucches, NoWay, Oro 15, 2024

Guillaume Herbaut, Ucraina - Una storia dolorosa, 2014

Guillaume Herbaut, Ucraina - Una storia dolorosa, 2014

Guillaume Herbaut, Ucraina - Una storia dolorosa, 2024

Guillaume Herbaut, Ucraina - Una storia dolorosa, 2024

Fatimah Hossaini, Pearl In The Oyster #4

Fatimah Hossaini, Pearl In The Oyster 4

Fatimah Hossaini, Pearl In The Oyster #11, 2019

Fatimah Hossaini, Pearl In The Oyster #32, 2016

Fatimah Hossaini, Pearl In The Oyster 32, 2016

Enri Canaj, The Wind cries War, 2014

Enri Canaj, The Wind cries War, 2014

Enri Canaj, To the North, 2018

Enri Canaj, To the North, 2018

In Puglia una mostra fotografica per raccontare i diritti umani

Rocchetta Mattei, Grizzana Morandi, Emilia Romagna. Photo Silvia Camporesi

È tutto pronto a Mantova per l’inizio di "<a href="https://arte.sky.it/news/festivaletteratura-mantova-2024" target="_blank">Festivaletteratura</a>". La più longeva kermesse editoriale del nostro Paese, come di consueto, nell’arco di cinque giorni presenta il meglio della letteratura italiana e globale, tra eventi, concorsi e incontri con i più grandi autori ed editori del panorama internazionale. Nel cartellone nella ventottesima edizione della kermesse, in programma dal 4 all'8 settembre, è inclusa la mostra fotografica "Architetture dell'Immaginario". Sono esposte le opere di due importanti fotografi italiani: <a href="https://arte.sky.it/foto/forli-mostra-romagna-sfigurata-alluvione-silvia-camporesi " target="_blank">Silvia Camporesi</a> e <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-senigallia-paolo-ventura" target="_blank">Paolo Ventura</a>. Allestita presso la <a href="https://arte.sky.it/news/mostra-bruno-munari-mantova" target="_blank">Galleria Corraini</a> e visitabile per tutta la durata della manifestazione, la rassegna fotografica esplora un tema, quello dell'immaginazione architettonica, condotta attraverso una serie di scatti che reinventano paesaggi e spazi urbani, creando mondi sospesi tra realtà e finzione, o reinterpretando le immagini a firma di grandi fotografi del presente e del passato.Messe a stretto confronto nelle sale dell’esposizione, le immagini di Camporesi e Ventura danno vita a un dialogo intenso, che accompagna gli osservatori alla scoperta di una realtà diversa, talvolta onirica, eppure profondamente legata all’esperienza quotidiana. I lavori di Silvia Camporesi, fotografa e videoartista forlivese, appartengono a due raccolte recenti che esplorano le architetture e i paesaggi italiani attraverso una lente in grado di trasformare luoghi apparentemente dimenticati in scenari poetici e sognanti. Con gli scatti, ancora inediti, della serie “After”, l’artista si è spinta anche oltre, utilizzando il suo obiettivo per rivisitare alcune tra le fotografie più iconiche del secolo scorso attraverso oggetti d’uso comune sapientemente disposti.Anche le opere di Paolo Ventura indagano il concetto di architettura immaginaria in un'atmosfera onirica e surreale, ricreata attraverso l’attenta combinazione di fotografia e pittura. La serie dedicata alla storia visiva dell’architettura milanese, di prossima pubblicazione, racchiude fotografie in cui edifici e spazi urbani si trasformano in scenari alternativi e spiazzanti, grazie al ricorso di modelli in scala, esposizioni multiple e collage per produrre composizioni in grado sfidare la percezione dell’osservatore.Esempio di indagine artistica sui luoghi e gli spazi del vivere quotidiano, la mostra fotografica allestita a Mantova si inserisce nel contesto dell’edizione 2024 di "<a href="https://arte.sky.it/news/festivaletteratura-2022-mantova" target="_blank">Festivaletteratura</a>", contribuendo a creare un ponte ideale che conduce i visitatori alla scoperta di mondi possibili. Al confine tra passato e futuro, tra realtà e immaginazione.

Milano. Photo Paolo Ventura

Milano. Photo Paolo Ventura

Rocchetta Mattei, Grizzana Morandi, Emilia Romagna. Photo Silvia Camporesi

Abbazia di San Galgano, Chiusdino, Toscana. Photo Silvia Camporesi

Abbazia di San Galgano, Chiusdino, Toscana. Photo Silvia Camporesi

After “Raising The Flag Of Iwo Jima”, 2022 (ricostruzione di Raising The Flag On Iwo Jima, Joe Rosenthal, 1945). Photo Silvia Camporesi

After Raising The Flag Of Iwo Jima, 2022 (ricostruzione di Raising The Flag On Iwo Jima, Joe Rosenthal, 1945). Photo Silvia Camporesi

After “Formigine, Ingresso Casa Colonica”, 2022 (ricostruzione di Formigine, Ingresso Casa Colonica, Luigi Ghirri, 1988). Photo Silvia Camporesi

After Formigine, Ingresso Casa Colonica, 2022 (ricostruzione di Formigine, Ingresso Casa Colonica, Luigi Ghirri, 1988). Photo Silvia Camporesi

Al Festivaletteratura di Mantova in mostra le "Architetture dell’immaginario"

courtesy Marta Blue

È possibile raffigurare i desideri, le paure e le visioni inconfessabili della nostra mente attraverso la fotografia? A questa sfida creativa risponde Marta Blue, fotografa, artista multidisciplinare e creative director che collabora da anni con testate prestigiose come Vogue, Domus e il New York Times. Ai suoi scatti e alle sue visioni è dedicata la mostra fotografica "Summer of Fear", visitabile fino al 6 ottobre 2024 presso <a href="https://www.fiutoartspace.com/" target="_blank">FIUTO Art Space</a> di Ripatransone, in provincia di Ascoli Piceno. L’esposizione, ideata specificatamente per gli spazi della <a href="https://arte.sky.it/foto/mostra-fiuto-illustrazione-arte-vino" target="_blank">galleria marchigiana </a>e curata da <a href="https://arte.sky.it/foto/mostra-montalto-marche-alex-urso" target="_blank">Alex Urso</a>, presenta al pubblico una selezione di fotografie, alcune delle quali inedite, che riflettono la ricerca artistica di Marta Blue attraverso immagini misteriose, e invitano i visitatori a esplorare i recessi più oscuri della mente umana.Apprezzata per il suo stile surreale e sconvolgente, Marta Blue utilizza il suo obiettivo come una speciale lente d’ingrandimento, in grado di amplificare paure ed emozioni nascoste nel nostro inconscio attraverso scatti attentamente costruiti, che evocano nell’osservatore una reazione complessa e coinvolgente. Le fotografie esposte sono state accuratamente selezionate dal ricco corpus di opere dell’artista, partendo da serie di scatti già note come “Anatomy of Evil” e “Dark Ages”, dedicate all’esplorazione di sentimenti fondamentali come amore, dolore e odio, e simbologie primordiali e oniriche legate al mondo animale. Una speciale sezione del percorso espositivo è poi dedicata a due opere esposte per la prima volta in assoluto: "Igor" e "As Above, So Below", che appartengono alla nuova serie di fotografie da cui la mostra a Ripatransone prende il suo titolo, e che la stessa fotografa ha voluto definire “un’indagine sul mio inconscio genealogico”.Partendo da tematiche psicologiche junghiane, come il trauma transgenerazionale e l’inconscio collettivo, l’indagine artistica di Marta Blue mette in scena una visione personale e surreale di paure, sogni e desideri, spesso rappresentati da soggetti femminili o animali inquadrati all’interno di composizioni attentamente studiate e volutamente stranianti. L'allestimento della mostra, curato con la stessa attenzione ai dettagli adottata da Marta Blue nei suoi scatti, accompagna i visitatori alla scoperta di un mondo alternativo, dove le visioni dell'artista offrono al pubblico la possibilità osservare l'inconscio da un punto di vista inedito e particolarissimo.

La fotografia oscura e surreale di Marta Blue

Vista dell’allestimento della mostra BURTYNSKY: Extraction-Abstraction all'M9 - Museo del '900 di Venezia Mestre. Photo (c)Marco Cappelletti

Aperta presso <a href="https://arte.sky.it/news/banksy-burtynsky-programmazione-m9-mestre-2024" target="_blank">M9 - Museo del '900</a> di Venezia Mestre, fino al 12 gennaio del prossimo anno, la mostra “BURTYNSKY: Extraction/Abstraction” rappresenta la più importante e completa personale mai dedicata all’opera del fotografo canadese <a href="https://arte.sky.it/archivio/2017/04/limpronta-delluomo-sul-mondo-nelle-fotografie-di-edward-burtynsky" target="_blank">Edward Burtynsky</a>. Grazie alla curatela da Marc Mayer e al progetto di allestimento realizzato dallo studio di architettura romano <a href="https://arte.sky.it/news/palazzo-congressi-eur-roma-ristrutturazione-alvisi-kirimoto" target="_blank">Alvisi Kirimoto</a>, l'esposizione mette in scena il lavoro di una vita del grande fotografo, da sempre interessato a esplorare l'impatto delle attività umane e industriali sull’ambiente. Oltre 100 le fotografie di grande formato presentate in quest'occasione.Nel corso della sua quarantennale carriera, l'autore canadese ha documentato attraverso il suo obiettivo le conseguenze (spesso devastanti) degli <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/09/anthropocene-la-mostra-multimediale-di-edward-burtynsky-in-canada " target="_blank">interventi antropici</a> sulla natura. Grazie all’eccezionale maestria nell’uso del mezzo fotografico, Burtynsky ha mostrato nei suoi scatti paesaggi industriali trasformati dalla presenza dell’uomo e delle sue attività, rappresentandoli come forme astratte e colorate.L'allestimento della mostra “BURTYNSKY: Extraction/Abstraction”, curato dallo studio di architettura fondato da Massimo Alvisi e Junko Kirimoto, ha dato vita a un percorso espositivo che valorizza le opere di Burtynsky, integrandole armoniosamente con lo spazio del museo. Il progetto si basa sul ricorso a grandi pannelli murari, a totem bifacciali e alla “scheggia”, una struttura autoportante collocata al centro della grande sala al terzo piano. Tra i propositi dei progettisti rientra la valorizzazione dei temi indagati da Burtynsky attraverso i suoi scatti e degli strumenti tecnici da lui adottati nel corso della sua lunga carrieraOltre alle fotografie esposte, la mostra permette ai visitatori di immergersi nei paesaggi documentati da Burtynsky, stimolando una riflessione sull'impatto delle attività industriali sul nostro pianeta; la proiezione del cortometraggio "In the Wake of Progress", offre poi una visione immersiva delle tematiche affrontate dall'artista."BURTYNSKY: Extraction/Abstraction" rappresenta un'importante occasione per sensibilizzare il pubblico sull'urgenza delle questioni ambientali, attraverso gli scatti di un maestro della fotografia contemporanea, che con la sua opera ci ricorda quanto sia “importante avere una certa riverenza per ciò che è la natura perché siamo collegati ad essa. Se distruggiamo la natura distruggiamo noi stessi”

Vista dell’allestimento della mostra BURTYNSKY: Extraction/Abstraction all'M9 - Museo del '900 di Venezia Mestre. Photo ©Marco Cappelletti

Allestimento d’autore per la grande personale italiana del fotografo Edward Burtynsky

Pantelleria (c)Corinna Del Bianco

Il Mar Mediterraneo, il “Mare Nostrum” degli antichi romani, è il focus tematico di “<a href="https://arte.sky.it/foto/isole-mediterraneo-mostra-corinna-del-bianco-montreal" target="_blank">Archipelago</a>", un progetto fotografico a lungo termine, nato oltre sei anni fa dall’intraprendenza di Corinna Del Bianco, fotografa e ricercatrice in architettura e studi urbani. Espandendosi nel corso del tempo con nuove immagini e documentazioni, l’opera di Del Bianco allarga il suo raggio per esplorare l'architettura, i paesaggi e le identità culturali delle isole del <a href="https://arte.sky.it/news/maxxi-messina-museo-cultura-mediterraneo" target="_blank">Mediterraneo</a>. Attraverso i preziosi scatti raccolti in giro fra gli arcipelaghi più o meno noti del nostro mare, il progetto punta a mettere in luce la diversità e la ricchezza delle comunità isolane, evidenziando come esse siano state plasmate nei secoli dallo stretto rapporto tra terra, mare e cultura.Per rappresentare la diversità bio-culturale delle isole del Mediterraneo, Corinna Del Bianco realizza fotografie, video, testi e mappe che documentano il rapporto di reciproca influenza fra le identità culturali delle diverse isole e le loro specificità architettoniche e paesaggistiche. Nel corso dell’ultimo anno il progetto si è ulteriormente ampliato, arrivando a coinvolgere gli arcipelaghi italiani di Toscana, Campania e Sicilia, e una selezione di isole greche come le <a href="https://arte.sky.it/news/grecia-turismo-archeologia-mare" target="_blank">Sporadi </a>e l’arcipelago del Dodecaneso.Come emerge dagli scatti del progetto, le isole mediterranee hanno sviluppato nel corso dei secoli una varietà di soluzioni architettoniche uniche per fare fronte alle specifiche esigenze sociali, economiche e ambientali di ciascuna comunità. Concentrando l’attenzione sulle tappe raggiunte negli ultimi mesi da Del Bianco, le sorgenti termali e le costruzioni in pietra lavica di Ischia si differenziano sotto innumerevoli aspetti dalle soluzioni abitative in pietra adottate a <a href="https://arte.sky.it/archivio/2020/06/giornate-fai-aperto-cosa-visitare " target="_blank">Pantelleria</a>, o dall’assenza di centri abitati di molte isole dell’arcipelago toscano, spesso destinate ad accogliere riserve naturali o celebri istituti penitenziari, come nel caso di Gorgona. Il progetto "Archipelago" racconta tutte queste peculiarità, e cattura le atmosfere e lo spirito di ciascuna comunità isolana attraverso fotografie che uniscono un evidente fine documentaristico a una notevole sensibilità artistica.Per arricchire ulteriormente questo ambizioso progetto fotografico, "Archipelago" si è trasformato nel corso del tempo in un'importante iniziativa di sensibilizzazione pubblica: dal 2021, infatti, gli scatti di Del Bianco sono stati esposti in numerosi Istituti Italiani di Cultura in giro per il mondo, da Amburgo, a Montreal, presentando una ricca selezione di fotografie abbinate a testi esplicativi che offrono una visione approfondita delle isole e delle loro architetture. Una delle finalità più nobili di “Archipelago” è infine la promozione nell’area del <a href="https://arte.sky.it/archivio/2018/01/mostra-fotografia-mimmo-jodice-mediterraneo" target="_blank">Mediterraneo </a>di un turismo sostenibile e consapevole, in grado di valorizzare e potenziare il patrimonio culturale e paesaggistico di questi tesori del nostro mare.

La più importante fiera di fotografia francese sarà curata dal grande regista Jim Jarmusch

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