L’artista rinascimentale e il suo influsso sulla cultura visiva contemporanea sono al centro della mostra da poco inaugurata al Mart. La figura di Venere, in particolare, non smette di ispirare gli artisti, da Giosetta Fioroni a David LaChapelle.
Passato e presente continuano a incontrarsi al Mart di Rovereto: dopo Raffaello, attualmente al centro di una mostra che lo vede ispiratore e punto di riferimento artistico di Picasso, Dalí e de Chirico, è il turno di Sandro Botticelli, protagonista del “suo tempo e del nostro tempo” in una nuova esposizione visitabile fino al 29 agosto. La commistione di antico e contemporaneo è nel DNA del museo, il cui edificio, disegnato da Mario Botta, contiene già un chiaro riferimento alla classicità. La grande cupola di vetro e acciaio che sovrasta la piazza centrale lasciando filtrare la luce è, infatti, un omaggio dichiarato del grande architetto ticinese al Pantheon.
In Botticelli. Il suo tempo. E il nostro tempo, questo il titolo del percorso espositivo curato da Alessandro Cecchi e Denis Isaia da un’idea di Vittorio Sgarbi e del direttore delle Gallerie degli Uffizi Eike Schmidt, i capolavori dell’artista che fu il favorito di Lorenzo il Magnifico dialogano con le icone dell’arte contemporanea dagli anni Sessanta a oggi. La prima parte, dedicata al lavoro di Botticelli, copre tutto l’arco della sua vita: si va da opere giovanili come il Ritratto di fanciullo con mazzocchio, conservato a Palazzo Pitti, a quelle più tormentate realizzate in età matura, come il Compianto di Cristo (dal Museo Poldi Pezzoli di Milano), la Flagellazione e l’Andata al Calvario (entrambe dagli Uffizi).
La seconda parte è dedicata al racconto di come il pittore rinascimentale abbia influenzato gli artisti contemporanei, e con loro gran parte della cultura visiva del nostro tempo. L’immagine della Venere, in particolare, è stata oggetto di innumerevoli rivisitazioni e riletture nella storia recente: in chiave pop, frammentata come nelle opere di Giosetta Fioroni, rotonda alla maniera di Fernando Botero, o glamour nella versione fotografica ultrapatinata di David LaChapelle. Esporre, insieme, tutte queste interpretazioni diverse apre alla riflessione sul concetto di bellezza e sulla rappresentazione del corpo femminile attraverso le epoche.
La mostra ha anche un’appendice esterna al museo, nello spazio cittadino: l’artista contemporaneo Marco Lodola, tra i fondatori del Movimento del Nuovo Futurismo, partecipa con una “scultura elettrica” che riproduce la caratteristica silhouette della Venere, installata nella fontana di Piazza Rosmini.
[Immagine in apertura: Giosetta Fioroni, Particolare della nascita di Venere, 1965. Collezione Intesa Sanpaolo, Archivio Patrimonio Artistico Intesa Sanpaolo. Foto Paolo Vandrasch, Milano]