Aprirà al pubblico il prossimo 8 giugno "Damien Hirst - Archaeology now", la mostra che metterà a confronto oltre 80 opere della serie "Treasures from the Wreck of the Unbelievable" con i capolavori della Galleria Borghese di Roma.
L’attesa è agli sgoccioli. Come anticipato nei mesi scorsi, per la programmazione espositiva 2021 la Galleria Borghese di Roma punta (anche) su uno degli artisti più controversi della scena contemporanea: Damien Hirst. Recentemente al centro di una mostra diffusa nella città di St. Moritz, in Svizzera, l’autore britannico classe 1965 sbarcherà nella Capitale in occasione della monografica Archaeology Now, al via l’8 giugno prossimo.
Curata da Anna Coliva e Mario Codognato, la rassegna riunirà oltre 80 opere dalla serie Treasures from the Wreck of the Unbelievable, che aveva debuttato nel 2017 proprio in Italia, negli spazi veneziani di Palazzo Grassi e Punta della Dogana. All’insegna del “cortocircuito artistico” si preannuncia il connubio fra le opere di Hirst e i capolavori della collezione permanente del museo capitolino. Sede espositiva fra le più prestigiose di Roma, custodisce sculture, bassorilievi, mosaici antichi e dipinti eseguiti, fra gli altri, da Caravaggio, Raffaello, Tiziano, Correggio, Antonello da Messina, Giovanni Bellini, Gian Lorenzo Bernini e Canova.
Visitabile fino al 7 novembre prossimo, Damien Hirst – Archaeology now attiverà un’intensa forma di dialogo fra le opere dell’artista contemporaneo e quelle conservate nel museo, secondo un percorso che coinvolgerà tutte le sale espositive. Per la prima verranno mostrati in Italia i dipinti della serie Colour Space, allestiti accanto alla collezione permanente. Un’ulteriore estensione della mostra riguarderà gli spazi esterni: per la collocazione della colossale scultura Hydra and Kali è stato infatti scelto il Giardino Segreto dell’Uccelliera.
Vincitore del prestigioso Turner Prize, nel 1995, Hirst è stato fin qui protagonista di oltre 90 mostre personali in tutto il mondo; più di 300 le mostre collettive alle quali ha preso parte. La grande mostra veneziana del 2017 aveva riunito lavori, mai presentati prima, realizzati con notevole abilità e materiali eterogenei, in una peculiare combinazione fra tecnologia, natura e opulenza. La prossima collocazione di queste opere fra marmi, stucchi e mosaici della Galleria Borghese offrirà un’ampia visione della molteplicità di invenzioni e tecniche messe a punto nei secoli dagli artisti. Di ieri, quanto di oggi.
[Immagine in apertura: Damien Hirst, Treasures from the Wreck of the Unbelievable, exhibition view. Photo by Irene Fanizza per Artribune]