La dimora che fu di Nerone riapre le sue porte al pubblico con un percorso immersivo creato dallo studio di design Dotdotdot. Un tuffo nella storia delle sue decorazioni murali, e della loro scoperta da parte degli artisti rinascimentali, immaginato come parte delle celebrazioni in onore di Raffaello Sanzio a 500 anni dalla morte.

La scoperta accidentale, avvenuta intorno al 1480, di antiche decorazioni murali nelle grotte del colle Oppio, in realtà i resti sotterranei della Domus Aurea di Nerone, strabiliò i grandi pittori rinascimentali. Si narra, infatti, che molti di loro, da Pinturicchio a Filippino Lippi e Signorelli, si calarono a lume di torcia negli anfratti per apprezzare gli affreschi, che raffiguravano esseri ibridi e mostruosi in maniera quasi calligrafica, con dovizia di particolari, accanto a elementi geometrici e naturalistici, e copiarli con precisione. Fu Raffaello, però, a comprendere a fondo la logica di questi sistemi decorativi e ad appropriarsi di alcuni motivi, integrandoli con successo nei suoi capolavori. Oggi, le “grottesche” – questo il nome usato per indicare le pitture romane della Domus Aurea e, per estensione, il nome di un soggetto pittorico parietale molto popolare a partire dal Cinquecento che mescola figure umane, animali stravaganti e forme vegetali – prendono vita all’interno di uno spettacolare racconto multimediale firmato dallo studio di interaction design Dotdotdot. LE INSTALLAZIONI DIGITALI DI DOTDOTDOT Nelle sale della celebre dimora di Nerone, che riapre al pubblico dopo due anni di chiusura per lavori con una nuova illuminazione e un nuovo ingresso firmato da Stefano Boeri, i quattro designer presentano Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche, una mostra immersiva che sarà visitabile fino al 31 dicembre. Il progetto, formato da sei installazioni digitali e un percorso di luci e suoni, si inserisce nel contesto delle celebrazioni per il cinquencentenario della morte di Raffaello Sanzio, cominciate nel 2020 ma prolungate a causa della pandemia. Oltre a mettere in risalto le architetture, le installazioni realizzate da Dotdotdot permettono al pubblico di “entrare” fisicamente nella storia della Domus Aurea e di vivere un’esperienza multisensoriale personalizzata, cioè tarata sulla fisicità e sui movimenti di ognuno grazie alla presenza di sensori posizionati in maniera strategica. Nella prima sala radiale, per esempio, il visitatore è chiamato a rivivere l’emozione della scoperta degli affreschi da parte degli artisti rinascimentali illuminando con il proprio corpo porzioni successive delle immagini proiettate. [Immagine in apertura: Dotdotdot, Raffaello e la Domus Aurea. L’invenzione delle grottesche, Sala Ottagona. Photo Andrea Martiradonna]
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