Addio ad Abbas, il fotografo Magnum che "scriveva con la luce"
ALTRO
Guerre e rivoluzioni, cambiamenti culturali e pratiche religiose: non c'è un aspetto della società contemporanea che lo "storico del presente" Abbas non abbia documentato. Iraniano trapiantato a Parigi, nel profondo "cittadino del mondo", il fotografo dell'Agenzia Magnum Photos si è spento in Francia all'età di 74 anni.
Abbas - all'anagrafe Abbas Attar - si è spento a Parigi nella giornata di mercoledì 25 aprile, all'età di 74 anni. Di questi, ha trascorso quasi sei decenni a documentare guerre e rivoluzioni in giro per il mondo, dall'Irlanda del Nord al Vietnam passando per Cuba e il Sud Africa, senza contare la sua attenzione per altre tematiche trasversali, quale il rapporto tra le religioni e la società contemporanea.La leggendaria agenzia Magnum Photos ha perso così uno dei suoi fotografi veterani, cui il presidente Thomas Dworzak ha subito dedicato un commosso commento. "È stato un pilastro della Magnum, il padrino di una generazione intera di fotogiornalisti più giovani. Iraniano trapiantato a Parigi, era un cittadino del mondo che ha documentato senza sosta", ha ricordato il collega e amico Dworzak, concludendo con un augurio straordinario quanto la vita dell'uomo scomparso: "Che siano con lui gli dei e gli angeli delle religioni di tutto il mondo, che ha fotografato così appassionatamente".Abbas ha trascorso all'interno di Magnum quasi 40 anni, avendo fatto il suo ingresso nell'agenzia nel 1980 - e 5 anni dopo come membro a tutti gli effetti.La carriera di Abbas era già stata prolifica nei decenni precedenti; nel biennio dal 1978 al 1980, per esempio, con le sue foto aveva testimoniato la rivoluzione in Iran. Farà ritorno nel suo Paese natale soltanto nel 1997, dopo 17 anni di esilio volontario, dando poi alle stampe la sua particolare interpretazione della storia iraniana, il libro Iran Diary 1971-2002.Proprio l'esperienza della rivoluzione di Khomeini lo porterà a focalizzarsi sulla diffusione dell'islamismo nel mondo, anche in anticipo sull'attenzione mediatica che scaturirà dopo l'attentato alle Torri Gemelle di New York, nel 2001.A chi ha definito profetico il suo lavoro fotografico Allah O Akbar: A Journey Through Militant Islam - un libro e una mostra che indaga il fenomeno della militanza politico-religiosa in 29 Paesi e attraverso 4 continenti - Abbas rispondeva che aveva potuto vedere come "l'onda di passione religiosa sollevata da Khomeini in Iran non si sarebbe fermata alla frontiera, era destinata a diffondersi in tutto il mondo musulmano".Proprio il suo interesse per la religione, intesa come cultura più che come fede, lo porterà a realizzare altri progetti di lungo corso che vedranno in questo aspetto della società una delle fonti di tensione di tutto il mondo contemporaneo, a causa della progressiva trasformazione della spiritualità in ideologia politica.La sua propensione a lavorare per serie, piuttosto che per scatti singoli, è stata spiegata dallo stesso Abbas con un paragone poetico: se la scuola di Henri Cartier-Bresson "disegna con la luce" singoli scatti iconici, lui con la luce "scriveva" interi saggi.Sky Arte HD renderà omaggio al fotografo mandando in onda, venerdì 27 aprile alle 15:20, l'episodio della serie Contact intitolato Abbas e l'ambasciata USA a Teheran.