Per effetto del recente accordo siglato dal Governo greco e dalla Regione Siciliana un frammento del fregio del Partenone conservato al Museo Salinas di Palermo sarà trasferito nella capitale greca. In cambio, dal Museo dell’Acropoli di Atene arriveranno nell'istituzione museale palermitana due importanti reperti archeologici.

È una delle questioni più dibattute di sempre in ambito archeologico e i suoi risvolti ormai oltrepassano l'ambito strettamente artistico, coinvolgendo anche le relazioni internazionali. Stiamo parlando del ritorno in Grecia dei frammenti dei Partenone, tema che la Regione Siciliana ha scelto di affrontare con un gesto di rilievo non solo simbolico. Per effetto dell'accordo sottoscritto dal Museo Archeologico Regionale “A. Salinas” di Palermo e dal Museo dell’Acropoli di Atene, esito della collaborazione fra il Governo regionale – con l’assessore Alberto Samonà – e il Governo di Atene – nella figura della Ministra greca della Cultura e dello Sport Lina Mendoni, il frammento marmoreo del Partenone custodito nel capoluogo siciliano farà ritorno nella capitale greca.IL FRAMMENTO DEL PARTENONE ESPOSTO IN SICILIA Conosciuto con l'appellativo di "Reperto Fagan", il frammento archeologico in questione proviene dal Fregio Orientale del Partenone; in marmo pentelico, rappresenta il piede o della Dea Peitho o di Artemide (Dea della Caccia) seduta in trono. Giunse in Italia all’inizio del XIX secolo e la sua denominazione fa riferimento all'allora console inglese Robert Fagan: fu lui artefice del (mai chiarito) arrivo del reperto nel nostro Paese. A sua moglie, che lo ereditò, si deve invece la vendita all'allora Regio Museo dell’Università di Palermo, avvenuta tra il 1818 e il 1820. Diversi i tentativi per promuoverne la "restituzione" alla Grecia, fra cui l'azione promossa fra il 2002 e il 2003, durante la visita di Stato in Grecia del Presidente della Repubblica Carlo Azeglio Ciampi, in previsione delle Olimpiadi di Atene 2004. Parere favorevole al rientro dell'opera in patria fu quindi espresso, nel 2008, dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano; dal settembre di quell'anno e fino al marzo 2010 il frammento fu temporaneamente prestato ad Atene. Con il successivo rientro in Sicilia, la questione tornò a essere affrontata solo dagli specialisti, fino ad arrivare alla recente svolta, che esprime la volontà delle istituzioni isolane di un ritorno a tempo indeterminato del reperto in Grecia.L'ACCORDO CULTURALE FRA GRECIA E SICILIA Nell'attesa che questo passaggio possa compiersi dal punto di vista burocratico, l'accordo sottoscritto nel rispetto della legge italiana prevede che il museo siciliano trasferisca al Museo dell’Acropoli di Atene il frammento appartenente alla collezione archeologica del console inglese Robert Fagan. La validità di questo impegno è di quattro anni, con un'unica possibilità di rinnovo. Ricevendo il reperto, dalla capitale greca saranno trasferite a Palermo due preziose opere delle collezioni del Museo dell’Acropoli. Per un periodo di quattro anni sarà dunque possibile ammirare nella sede museale palermitana un’importante statua acefala di Atena, databile alla fine del V secolo a.C., e un’anfora geometrica risalente alla prima metà dell’VIII secolo a.C. Si tratta di un evento senza precedenti per la Sicilia: è infatti la prima volta che reperti di così alto pregio lasceranno il famoso museo ateniese per un'esposizione di lungo periodo in una città dell'isola. E non finisce qui: per effetto della recente intesa i due musei hanno annunciato che lavoreranno insieme a iniziative culturali e ricerche scientifiche "L’intenzione e l’aspirazione del Governo Siciliano di rimpatriare definitivamente il Fregio palermitano ad Atene non fa altro che riconfermare e rinsaldare ancora di più i legami culturali e di fratellanza di lunga data delle due regioni, nonché il riconoscimento di fatto di una comune identità mediterranea", ha dichiarato la ministra Lina Mendoni. [Immagine in apertura: Frammento Fagan. Crediti fotografici Museo Archeologico Antonino Salinas, Palermo]
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