Tra gli obiettivi fissati dalla Santa Sede in vista dell'Anno Santo ormai alle porte, spicca l’ambizioso programma che coinvolgerà artisti contemporanei di fama mondiale e i detenuti di vari penitenziari, italiani e internazionali, per portare durante il Giubileo un messaggio di speranza e riscatto all'interno delle carceri.

L’arte contemporanea come segno tangibile della speranza che dovrebbe sempre animare i percorsi di riabilitazione di chi si trova in carcere: è questo il focus del piano annunciato in questi giorni dal Dicastero per la Cultura e l’Educazione del Vaticano, in vista dell’anno giubilare che inizierà ufficialmente il 24 dicembre con l’apertura della Porta Santa della Basilica di San Pietro.Avviato in continuità con il progetto presentato dalla Santa Sede in occasione della 60esima edizione della Biennale di Venezia, il programma intende stimolare una riflessione sulla riabilitazione e il reinserimento sociale dei detenuti, ribadendo l’importanza della “speranza”, tema centrale della bolla con cui Papa Francesco ha ufficialmente indetto il prossimo Giubileo.IL MESSAGGIO DI SPERANZA DALL’ARTE NEI PENITENZIARIL’ambizioso programma d'arte sarà ufficialmente inaugurato da Papa Francesco il prossimo 26 dicembre, giorno in cui aprirà una Porta Santa nel carcere romano di Rebibbia. Un evento di grande significato simbolico, che sarà accompagnato dalla presentazione di Io contengo moltitudini, installazione site-specific realizzata dall’artista campana Marinella Senatore. Richiamando idealmente le macchine sacre usate durante le processioni e le feste di paese, questa torre di sei metri di altezza presenta sulla sua superficie luminarie e frasi in varie lingue, selezionate dagli stessi detenuti nel corso di un workshop tenuto dall’artista. L’installazione nel carcere romano rappresenta il primo capitolo del programma Le Porte della Speranza, un progetto diffuso che coinvolgerà nel corso del 2025 numerose carceri italiane e internazionali, chiamando a collaborare artisti di fama mondiale e detenuti.SENATORE, PEI-MING E GLI ALTRI ARTISTI COINVOLTI IN OCCASIONE DEL GIUBILEOLe difficoltà e le sfide che i detenuti sono chiamati ad affrontare quotidianamente saranno poi al centro di un secondo progetto, ospitato nei prossimi mesi all’interno di Conciliazione 5, il nuovo spazio espositivo permanente che aprirà a Roma durante il prossimo anno. Qui saranno allestite opere d’arte contemporanea ispirate a temi come la detenzione, la libertà e la speranza, realizzate da alcuni tra i maggiori esponenti della scena contemporanea: il primo artista sarà il pittore cinese Yan Pei-Ming, autore di un nuovo ciclo di opere dedicate al carcere romano di Regina Coeli.Puntando a richiamare l’attenzione degli appassionati d’arte e dei pellegrini in visita a Roma per il Giubileo 2025, l’articolato programma della Santa Sede intende offrire al grande pubblico l’occasione di riflettere su un tema di grande urgenza e attualità come quello della speranza per chi è detenuto, attraverso un confronto multidisciplinare che coinvolga arte, società e istituzioni.[Immagine in apertura: foto di Matthew Ansley su Unsplash]
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