Quando Neil Armstrong e Buzz Aldrin misero piede per la prima volta sul suolo lunare, il 21 luglio del 1969, la colonizzazione della Luna sembrava un miraggio. Oggi un nuovo progetto di ingegneria spaziale rende sempre più vicino il soggiorno dell'uomo sul satellite.

Prosegue a vele spiegate Artemis, il programma di volo della NASA avviato nel 2017 con l'obiettivo di stabilire una presenza autosufficiente dell'uomo sulla Luna. Un nuovo capitolo segna un ulteriore passo in avanti per questa ambiziosa missione: la società di architettura e tecnologia spaziale AI SpaceFactory ha infatti reso note le prime immagini di LINA, la prima base umana sul satellite lunare: una sorta di “campus” umano nello Spazio, sviluppato in collaborazione con gli ingegneri e gli scienziati del KSC – Kennedy Space Center. IL PROGETTO DI AI SPACEFACTORY Si tratta di un prototipo di habitat estremamente avveniristico, a partire dai materiali impiegati per la sua realizzazione. LINA – acronimo di Lunar Infrastructure Asset – sarà infatti interamente realizzato con stampanti 3D, e prenderà forma nel corso del prossimo decennio sul terreno del Lunar South Pole, la regione più meridionale della Luna, nella quale la luce solare risulta onnipresente e con un basso angolo di incidenza. Il sito che ospiterà questo rivoluzionario avamposto umano sorgerà nei pressi di un cratere: una posizione geografica strategica, perché in grado di assicurare un equilibrio ottimale tra luce e ombra, garantendo la giusta esposizione alla luce solare (necessaria al raccoglimento di energie naturali) e allo stesso tempo assicurando zone costantemente al buio (aspetto cruciale per l'eventuale presenza di ghiacciai sotterranei dai quali attingere l'acqua). ARCHITETTURA E INGEGNERIA SPAZIALE Testata nei laboratori del Kennedy Space Center della NASA, la struttura sarà composta da un guscio ultrasottile ottimale, capace di proteggere l'uomo da radiazioni, micrometeoriti, terremoti e sbalzi termici. Realizzata direttamente sul suolo lunare grazie all'aiuto di speciali robot autonomi precedentemente inviati, LINA sarà un'architettura modulare, che potrà essere composta da un solo ambiente o da più ambienti assemblabili, fino a un massimo di tre settori interconnessi. Ognuno di essi avrà una superficie abitabile di 75 metri quadrati e un'altezza di cinque metri. Le singole strutture, con tetto a parabola, si affacceranno su una “piazza” centrale di novanta metri quadrati. L'aspetto è quello di un grande "igloo" futuristico, capace di resistere (stando alle previsioni degli ingegneri e degli scienziati coinvolti nel progetto) almeno cinquant'anni. [Immagine in apertura: LINA is designed to be 3D printed with a high - performance mixture of native lunar regolith and Earth - sourced polymer . Unlike conventional 3D - prints, where layers are parallel to the ground, LINA is designed to be 3D - printed at a 60 - degree angle to construct the vaulted roof. Credit AI SpaceFactory]
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