Bologna ricorda la Liberazione dell'Italia, avvenuta il 25 aprile 1945, con un progetto di poster art diffuso anche oltre il territorio cittadino. Una serie di manifesti in omaggio a cinque partigiane che si schierarono contro l'invasore nazifascista.

“In un momento in cui è in atto una demolizione del dato storico e politico della Resistenza, crediamo sia importante continuare ad alimentare la memoria attorno alla Liberazione e rilanciare le pratiche antifasciste, farlo partendo dal territorio e quindi celebrando le brigate partigiane e la Stella Rossa, ricordando gli eccidi che hanno colpito Montesole, Marzabotto, Grizzana Morandi, Monzuno”. Con queste parole i membri di Cheap – il progetto indipendente di arte pubblica bolognese – hanno annunciato la nuova iniziativa di poster art in occasione del 25 aprile. Si intitola Ai nostri posti ci troverai ed è un poetico intervento urbano in omaggio a cinque eroine "silenziose" della Resistenza italiana. I POSTER PARTIGIANI DI CHEAP Nato in collaborazione con il Comune di Marzabotto e il Poggiolo Resistente, il progetto vede la collaborazione dell'Istituto Storico Parri di Bologna, che ha messo a disposizione una serie di ritratti di alcune partigiane scese in campo contro il nemico nazifascista.  Le foto fornite dall'archivio sono state rielaborate graficamente dai creativi di Cheap, con una serie di riferimenti e cromie pop che trasportano nel presente le protagoniste della rassegna. Le opere sono inoltre corredate di una serie di frasi tratte dalla Lapide ad ignominia – la poesia scritta da Pietro Calamandrei e dedicata ad Albert Kesselring, comandante dell'esercito tedesco durante l'occupazione italiana, figura cruciale della Seconda Guerra Mondiale e responsabile di diversi crimini di guerra contro i partigiani e la popolazione civile. NON SOLTANTO BOLOGNA Affissi per le strade di Bologna a partire dallo scorso 21 aprile (giorno della Liberazione del capoluogo emiliano), i manifesti con i volti delle cinque partigiane saranno visibili nei prossimi giorni anche oltre il territorio bolognese, raggiungendo alcuni dei Comuni che furono maggiormente colpiti dalla violenza nazifascista. [Immagine in apertura: Photo Margherita Caprilli]
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